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"Vacanze di Natale" ha 40 anni, ma oggi quelle battute non si potrebbero più fare

Alessandro Gonzato
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«Ué, ma chi è quella maialona lì?». «Moira, la mandrilla di Porto Recanati, tipica marchigiana cabriolet: sempre aperta». «Sempre aperta dici? Uuuh, libidine: sai che mi ha messo gli occhi addosso?». «E vedrai quando ti mette le mani, addosso...». Billo, il pianista sciupafemmine di “Vacanze di Natale ’83”, decanta le qualità dell’avvenente signora al Cumenda, Guido Nicheli, che la scena dopo passerà all’attacco della «maialona», ma rimedierà uno schiaffo. Billo è Jerry Calà. Billo e il Cumenda si parlano in disparte. Poco prima erano attovagliati in simpatica compagnia, e tra piedini e sguardi ammiccanti cantavano Orietta Berti: «Tutti mi chiamano bionda/Ma bionda io non sono/Porto i capelli neri/Porto i capelli neri...». Polenta e baccalà.

 

 

MARACAIBO Vacanze di Natale ‘83, film cult dei Vanzina, festeggia quarant’anni. A Cortina, dov’è stato girato, in questi giorni ci sono alcuni dei protagonisti, e Billo, alla pianola, è ancora il mattatore. Maracaibo, I like Chopin, Moonlight Shadow. Oggi quel film non sarebbe mai uscito, e se per caso - per puro caso- fosse sfuggito alla censura del politicamente corretto, pardon corrotto... beh, immaginate gli occhi sgranati della Boldrini, al cinema, di fronte a Roberto Covelli (Christian De Sica) che viene sorpreso dai genitori a letto col maestro di sci. «Ah sì, è corpa mia se c’abbiamo er fijo frocio!», grida la madre. De Sica: «Eeeeeh frocio... bisex... moderno... mamma, ecco moderno!». Interviene il padre, interpretato da Riccardo Garrone: «Moderno? «Moderno un par de palle! Oddio, io me sento male. Senti la vena, senti la vena come batte!». Sarebbe un profluvio di comunicati stampa e interrogazioni parlamentari: il sessismo, la società maschilista. Via agli speciali su La7. Le pseudo-turbo-femministe indignate. Ovvio: sarebbe colpa del governo «delle destre-destre». Il signor Covelli, il papà, riattacca e incalza il figlio: «Oh, dimme un po’, ma sta Samantha, ma che me rappresenta?». «È un’amica... l’ho anche castigata!». «Che vor dì castigata?». «Uuuh, papà, so’ moderno: castigo la straniera e vado a letto con Leonardo Zartolin. Pensa che ci diamo ancora del lei... Zartolin, tenga, la mutanda...». 

 

 

 

Allora si poteva dire di tutto e non si offendeva nessuno. Altri tempi. Tempi mitici. Non c’erano maestrini né maestrine. Ci si occupava d’altro. L’Italia rideva delle battute dei film, non dei politici e di chi finge di indignarsi. Chi non rideva non si avventurava in polemiche bislacche. «Ma dove l’hai trovata quel gran pezzo di tacchina lì (Karina Huff)?», chiede il Cesarino, con accento emiliano, a De Sica. «È un acchiappo che ho fatto a New York. Brutta? Brutta? La notte me dà certe ciancicate... Na cosa teribbile!». “Non una di meno” griderebbe al patriarcato dei sovranisti, e giù di sfilate per far finta di difendere la dignità della donna insieme ai pro-Palestina dove le donne le trattano peggio delle bestie. I sabati anti-fascisti dei perdigiorno figli di papà. Il Cumenda arriva nella perla delle Dolomiti con la moglie, Stefania Sandrelli: «Ivana, fai ballare l’occhio sul tic: via della Spiga-Hotel Cristallo di Cortina, 2 ore, 54 minuti e 27 secondi... Alboreto is nothing!». «Cos’è, il nuovo record stagionale?». «Esatto, e ti dirò di più. Se noi arriviamo in camera nel giro di 3 minuti siamo sotto il muro delle 3 ore». La Sandrelli obietta: «La vedo dura: per ritirare la chiave toccherà restare in lista d’attesa tutta la mattina». «Ma quale lista d’attesa, testa! Io ho il passepartout (il Cummenda sventola banconote)... Tu seguimi e non prendere iniziative: vamos!».

 

 


 

INSURREZIONE - Il padre di tutti i Cinepanettoni è uscito il 22 dicembre 1983. Billo, a passeggio per Cortina, incontra gli amici viveur che prendono l’aperitivo: «C’è un’altra cosa che non stufa mai?». «Ma cos’è? La cugina del tortellino... la gnocca!». Uno dei vitelloni, il Cesarino, si rivolge agli amici: «Ué ragassuoli, attenti al pianista, quello è un castiga-mogli mica da ridere. Un attimo di distrazione e ti spara due bernoccoli in testa modello “Renna Gt”».  Immaginiamo gli articoli indignati dei giornali di sinistra: “Vergogna!”, “Ritirate quel film”, “Scandalo a Natale”. Fazio, la Littizzetto, Saviano, Propaganda Live, Zoro l’ex amico di Soumahoro, Rula Jebreal, Serena Dandini, tutti a tuonare contro la cultura maschilista. Il Cumenda arriva in stanza: «Ivana, hai visto l’animale com’è andato via scodinzolando?». «Mmmh, questa storia delle tue maga mance la trovo così cafona...». «Ma quale cafona, sei tu che non sai viaggiare. La regola numero uno quando arrivi in albergo è presentarsi col personale. Tu ti spari via un 300mila e sei nel burro tutta la vacanza...». La Sandrelli vorrebbe tenere attenzioni... Il marito ha altre idee: «Guarda, la libidine sarebbe per il sì.. Ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno del suo descanso. E poi è scattata la regola numero due: giro di ricognizione del pueblo alla ricerca de los amigos! Hasta la vista! Ah... Ivana... Mi raccomando il panta nell’armadio... Il pantalone bello diritto eh... Hai capito? E un po’ di ordine in stanza. See you later!». La Boldrini cade dalla poltrona. Poi si sveglia: era un incubo, fffiu, non era vero niente. Era vero quarant’anni fa. Viva Vacanze di Natale ’83

 

 

 

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