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Polanski: no a giudizio in contumacia

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L'estradizione negli Usa è vicina

Tatiana Necchi
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Richiesta respinta. La corte d'appello della California ha respinto la richiesta del regista Roman Polanski, accusato di aver avuto rapporti sessuali illegali nel 1977, di essere giudicato in contumacia aprendo così la strada per la sua estradizione verso gli Stati Uniti. Una richiesta analoga era già stata respinta da un giudice di Los Angeles lo scorso gennaio. Lo stato elvetico aveva fatto sapere che non sarebbe intervenuto sull'eventuale estradizione del regista, se non dopo la decisione definitiva dei giudici americani, garantendo di volere "difendere l'integrità del sistema giudiziario". Una vicenda che lo insegue dal 1977. Il regista al momento è in Svizzera, a Zurigo, agli arresti domiciliari. Era stato arrestato dalla polizia elvetica lo scorso 26 settembre 2009. Su di lui pendeva un mandato di cattura a livello internazionale. Il mandato si riferisce a una vicenda di 33 anni fa, al 1977 quando Polanski è stato accusato di aver avuto rapporti sessuali con una ragazza di 13 anni, Samantha Geimer. Il regista, dal canto suo, ha sempre ammesso la relazione ma aveva lasciato gli Stati Uniti prima della sentenza. Un accordo respinto. L'uomo già in passato aveva tentato di raggiungere un accordo con la magistratura americana offrendo un'ammissione di colpevolezza. In cambio chiedeva una revisione di condanna ma a maggio del 2009 i giudici di Los Angeles hanno rifiutato la proposta e, addirittura, il giudice Peter Espinoza disse di non poter esaminare il caso fino a quando il regista non si sarebbe presentato in aula. A quel punto sarebbe stato arrestato.

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