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Tron: Ares, il guerriero robot si scopre quasi umano

di Giorgio Carbone lunedì 13 ottobre 2025

2' di lettura

E ci risiamo coi seguiti. Ormai Hollywod vive di franchising. La ricerca del nuovo pare abolita. Ma quanto dura? Di franchising si può anche morire. Basta non azzeccare qualche seguito. Sul fatto che Tron: Ares sia azzeccato abbiamo qualche dubbio. Ares, infatti, è il numero tre della serie. Il primo Tron fu un “culto”. Quarant'anni fa portava per la prima volta al cinema il tema dei passaggi tra mondo reale e digitale. Il numero due del 2010 (Legacy) vedeva l'eroe risucchiato dal digitale. Non entusiasmò la critica e nemmeno i fan della fantascienza ma portarono nelle casse della Disney la non disprezzabile somma di 400 milioni di dollari. Abbastanza per convincere la casa ad allestire un nuovo seguito.

Che vede ancora l'una contro l'altra armata le due gigantesche compagnie che si davano battaglia da subito a colpi di sofisticatissimi software. Ora entrambi i colossi combattono per (apparentemente) lo stesso obiettivo: portare nel nostro mondo le creature umane digitali, farle agire nella nostra realtà. Lo scopo, per uno dei giganti, è commendevole: usare le creature per il progresso dell'umanità. L'altra invece vuol costruire un soldato invincibile. Da programmare naturalmente, per vincere le guerre più ingiuste.

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Così dall'universo virtuale arriva Ares, che però non si rivela il docile ologramma che si aspettava la multinazionale cattiva. No, Ares vuol restare nel mondo umano, ci si trova bene. Il guaio è che lui come gli altri esseri digitali ha un'autonomia limitata. L'unico modo per sopravvivere è un codice segreto. Lo elaborò l'eroe del secondo capitolo (Jeff Bridges, che qui ricompare in un cameo).

Il Tron numero tre ha vari pregi che ne rendono utile la visione: la musica dei Nine Inch Nails, la battaglia dei due colossi a colpi di media e gli inseguimenti in una metropoli notturna. Il grosso difetto è nel canovaccio, pretenzioso nelle premesse (l'allegoria del mondo digitale) ma farraginoso, zoppicante nello svolgimento.

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