Cerca
Logo
Cerca
+

Manuela Blanchard, il ritorno in tv dopo Bim Bum Bam: "Insegno Tai Chi ai piccoli"

 Manuela Blanchard

Alessandra Menzani
  • a
  • a
  • a

I bambini degli anni Ottanta la ricordano in Bim Bum Bam, con Uan e Paolo Bonolis. I bambini degli anni Duemila la possono conoscere con un nuovo pupazzo e una nuova trasmissione. Manuela Blanchard insegna ai piccoli le discipline orientali in Tai Chi One su DeaJunior. Già: visto che aveva lasciato la tv, ora insegna la pratica che viene dalla China.

Come è nata questa passione?

“A nove anni facevo yoga. Sono sempre stata attratta dalle arti giapponesi. All’epoca studiavo all’accademia dei filodrammatici. Stavo andando ad allenarmi e vedo questo maestro cinese che si muove come fosse il mare. Fui colpita dalla bellezza e dall’armonia che emanava quel signore anziano, sembrava giovane. Chiesi di studiare con lui. Ero tra le prime in Italia. Dopo due anni di pratica presi in diploma”.

Quante volte pratica?

“E’ un appuntamento, è come lavarsi. Il mio ramo è molto improntato sul lavoro di sviluppo della persona e delle relazioni. Ci sono tanti esercizi di coppia. Benefici? Si chiama Via della lunga vita, questo muoversi così delicatamente fa bene alla circolazione sanguigna, al sistema linfatico, alle difese immunitarie. Aiuta a liberarsi dai blocchi e c’è la parte meditativa. Divertente anche la parte di auto difesa”.

Come si approcciano i piccoli?

“E’ una disciplina talmente profonda e complessa che non è facile. Ma una via c’è. Grazie alle tante figure di animali che popolano la pratica: inventi delle storie con le tigri, i serpenti, piccole storie. Nella medicina cinese ci sono tante emozioni e grazie al pupazzo Tino le affrontiamo. Esempio: la paura del buio. Diciamo: quando fai il serpente bianco che mostra la lingua è il buio che ha paura di te”.

 

 

Tornare in tv le fa tornare in mente Bim Bum Bam? Che emozioni prova?

“Non c’è nulla che rinneghi. Mi guardo indietro con grande affetto. Arrivavano in trasmissione, ogni settimana, e mi aspettavano sette sacchi di lettere di bambini. Non avevamo redazione, eravamo solo io e la parrucchiera che le smistavamo. Una volta erano arrivate mille lire. “Così comprate un cremino a Uan””. Paolo Bonolis lo ha più sentito? “Per un certo periodo sì. Poi è andato a Roma, ci siamo persi. Lavoravamo insieme otto ore al giorno, gli voglio bene. Ha iniziato una carriera all’inizio con fatica, poi ha lavorato a spron battuto. Sono felice di quello che è riuscito a fare. Mi chiedono tutti se sono invidiosa”.

La è?

“No. Non sarebbe stata la mia strada, per come sono fatta io. L’invidia la provo per altri tipi di percorso”.

Dai blog