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Grande Fratello Vip, il "negro" di Fausto Leali: "Massacrato dal politicamente corretto, tanto rumore per nulla"

Daniela Mastromattei
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Ci risiamo. Fausto Leali di nuovo nel tritacarne. Dopo le frasi su Benito Mussolini, ora viene ripreso dal mondo web per aver usato il termine "negro", durante una conversazione con gli altri concorrenti del Grande Fratello Vip. E c'è già chi fuori dalla Casa ne chiede l'espulsione. 

Insomma il cantante rivolgendosi a Enock Barwuah, lo ha chiamato “nero”. I ragazzi gli hanno fatto notare prontamente che non ci si rivolge così ma lui ha insistito: “Ma dai smettila nero è il colore, negro è la razza“. Il discorso è proseguito e Enock ha cercato di spiegare il suo punto di vista: “Però da casa ci guardano non deve passare sta cosa del negro, sennò diventa una cosa comune”. E Leali: “Assolutamente gli uomini di colore sono i bianchi – ha ironizzato - . Allora cosa devo fare con la canzone ‘Angeli negri’, la cancello?”. Il siparietto si è chiuso con l'intervento della scoppiettante contessa De Blanck: “Neri devi dire. Ora ti fanno la stessa cosa di Mussolini mo so c** tuoi“. 

Tanto rumore per nulla. Facciamo un po' di chiarezza: il termine negro indica una persona generalmente appartenente a una delle etnie originarie dell'Africa subsahariana e caratterizzate dalla pigmentazione scura della pelle. In senso più ampio, può applicarsi ad altri gruppi etnici con caratteristiche somatiche analoghe, come ad esempio i negritos delle Filippine o gli australiani aborigeni (da Wikipedia).

Cito pure l'Accademia della Crusca: «Sull’uso di negro, nero e di colore per descrivere e caratterizzare una persona, o un gruppo di persone, in base al colore della sua (o della loro) pelle si è discusso non poco, negli ultimi decenni. E tuttora si continua a discutere, a voler scorrere, in Internet, i forum dedicati al tema. Non è un caso. Perché non vi è dubbio che l’argomento e le connesse scelte linguistiche presentino alcune incertezze e insidie sia sul piano squisitamente lessicale, sia su quello dell’accettabilità o dell’interdizione sociale. 

Molti lo ignorano, fino agli anni Settanta, negro, nero e di colore venivano usati quasi come sinonimi e con connotazioni di significato molto simili. Subito dopo,  in seguito alle lotte dei «neri» americani, alcuni traduttori hanno cominciato a bandire l’uso di negro in favore di nero, che pareva rendere più fedelmente l’anglo-americano black, simbolo e parola-chiave dei movimenti per i diritti delle minoranze negli Stati Uniti. Il resto lo hanno fatto negli anni Novanta i dibattiti sul «politicamente corretto», importato dai paesi anglosassoni. Prendiamocela con gli americani e gli inglesi invece di bacchettare Fausto Leali.

 

 

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