Dolore
Verissimo. Joaquin Cortes e il suo dramma privato: "Volevo mollare, non mangiavo più". Il lutto che sconvolge Silvia Toffanin
Il ballerino spagnolo Joaquin Cortes rivive il suo dramma privato a Verissimo, ospite in studio di Silvia Toffanin a Canale 5. "Stavo per mollare", rivela l'uomo che ha reso il flamenco un fenomeno "pop" su scala mondiale, tra spettacoli trascinanti e gossip internazionale, tra anni Novanta e Duemila. Nel giorno del papà, Cortes spiega: "Non so se sono un bravo papà, ma sono innamorato dei miei figli. Sono molto felice. Quando diventi padre subisci un cambiamento radicale. È incredibile quello che si sente: sto provando un amore cristallino e autentico". Il merito della sua nuova dimensione è di Monica, compagna con cui fa coppia fissa da 10 anni e madre dei suoi figli. "Non ero abituato a queste relazioni così lunghe. Poi gli arrivi di Romeo e Andrea hanno unito ancora di più il nostro legame. Non siamo sposati, perché quando c'è un sentimento vero non c’è bisogno di un documento che ufficializzi la storia".
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La donna più importante della sua vita, però, è forse la madre, morta nel 2008. "Quando è successo stavo per mollare, mi sono sentito perso, ero da solo. Non volevo vedere nessuno, mi sono chiuso dentro la sua stanza e per alcuni mesi ho dormito sul suo letto. Non mangiavo e non dormivo più. Poi, un giorno ho sentito come un abbraccio, non c’era nessuno con me ma è stato come se mia mamma fosse lì a spronarmi di tornare a ballare, perché quello era il mio dono".
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Un dono apprezzato dal mondo intero: "La mia prima donna è la danza. L’ho scoperta da piccolo, è stato un colpo di fulmine e continuo a esserne innamorato come la prima volta. A luglio il mio nuovo spettacolo Esencia dovrebbe arrivare in Italia, speriamo. Voi italiani mi avete sempre trattato benissimo e qui mi sento a casa". Ricco e famosissimo, Cortes ha però conosciuto da vicino anche il razzismo, per le sue origini gitane: "Personalmente non ho subito discriminazioni ma indirettamente le ho viste verso i miei amici. Non è bello quando parlano male di un tuo conoscente o di un parente solo perché è gitano. Siamo tutti uguali e veniamo tutti dallo stesso posto. Bisogna educare le persone a dare una possibilità a tutte le etnie affinché possano trovare un posto nel mondo".