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Striscia la Notizia, questa roba nelle scuole: mascherine, inchiodato Roberto Speranza

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Striscia la Notizia inchioda Roberto Speranza. Al centro ancora una volta le mascherine "non conformi" prodotti da FCA. Nella puntata del 4 ottobre il tg satirico di Canale 5 ha scoperto che qualche bugia sui dispositivi di protezione individuale rilasciate nelle scuole è stata detta. Non è vero infatti che negli istituti sono ancora in circolazione "solo due lotti" di mascherine difettose. In realtà, i dispositivi di FCA che Moreno Morello – dopo tantissime segnalazioni arrivate a Striscia la notizia – aveva fatto testare da più laboratori, fanno riferimento a due specifici tipi di prodotto. 

 

 

La quantità delle mascherine da ritirare dunque è diversa. La conferma in seguito a diverse sollecitazioni è arrivata dal ministero della Salute: "Le mascherine realizzate durante il ciclo produttivo in cui si è riscontrata la criticità sono circa il 10% di quelle prodotte da FCA Italy Spa". Il programma condotto da Vanessa Incontrada e Alessandro Siani fa allora i conti. 

 

 

Se infatti consideriamo che la produzione dell’azienda è di 1 miliardo e 978 milioni di mascherine, significa che i pezzi interessati sono quasi 200 milioni. Le mascherine in questione, prodotte tra le polemiche con il via libera di Giuseppe Conte e Domenico Arcuri e distribuite a scuola con il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri, avevano per i test una capacità di filtrazione sotto alla soglia prevista per legge del 98 per cento. 

 

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