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Otto e Mezzo, "Lilli Gruber paga Marco Travaglio". Dopo l'accusa, un terremoto politico: "Cosa nascondono agli italiani"

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Un processo mediatico quello che ieri, venerdì 13 novembre, ha visto protagonista Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva è stato attaccato da ogni lato durante la puntata di Otto e Mezzo. A incalzarlo, ospiti di Lilli Gruber su La7, Massimo Gianni e Marco Travaglio. Il particolare è sul direttore del Fatto Quotidiano che si focalizza l'attenzione di Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai. Travaglio è ospite fisso della Gruber, ma chi lo paga? Una domanda a cui ha risposto direttamente Renzi affermando che "lei - riferito alla conduttrice - stipendia Travaglio". Ecco allora l'intervento di Anzaldi: "Ci voleva Renzi per far sapere al pubblico di La7 che la presenza in trasmissione di Travaglio (come di altri, ad esempio Scanzi) viene pagata. Perché le trasmissioni tv Rai e private non fanno trasparenza? Perché non dicono al pubblico se e quanto sono pagati gli opinionisti?", si chiede su Twitter. 

 

 

Non è tutto, perché il deputato ammette di aver chiesto a Viale Mazzini con un'interrogazione di essere trasparente, "a maggior ragione - tuona -, perché i giornalisti esterni vengono pagati con soldi pubblici". Le risposte, come conferma, sono sempre state vaghe e allora come mai "la nuova Rai di Draghi e Fuortes non diventa esempio di trasparenza?". Anzaldi aveva già posto il tema, quando Andrea Scanzi finì nell'occhio del ciclone per aver saltato la fila pur di ottenere il vaccino.

 

 

"Credo che la vicenda Scanzi meriti chiarimenti ufficiali dalle istituzioni competenti, visto che il tema vaccini rappresenta una questione cruciale per tutti in questo momento. In attesa che la questione venga chiarita, anche a seguito dell’apertura di un fascicolo della Procura di Arezzo, la Rai dovrebbe sospendere il contratto che ha con Scanzi per le sue ospitate pagate a Cartabianca. Una sospensione in via cautelativa, anche per evitare eventuali violazioni del Codice Etico del servizio pubblico", erano state le parole del renziano. 

 

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