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In Lombardia arriva lo switch off. Non per chi sceglie Tivùsat

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Il nuovo anno dei lombardi si apre nel segno di un nuovo switch off della tv digitale terrestre. Dal 3 gennaio al 9 marzo lavori in corso sul piccolo schermo nella Regione. Solo la provincia di Mantova potrà attendere dal 9 febbraio al 14 marzo. Le famiglie, nel migliore dei casi, sono chiamate alla risintonizzazione dei canali. Oppure si stanno dotando di nuove tv o di decoder per continuare a vedere i programmi. Tutto questo, come da dettami dell’Europa, per consentire il trasferimento delle frequenze dagli operatori tv ai gestori telefonici che si sono aggiudicati risorse di banda con la ricca asta del 5G.

COMUNITA’ MONTANE A RISCHIO – Uno switch off che potrebbe creare qualche grattacapo a chi vive in città e che rischia di mettere in seria difficoltà chi abita sulle montagne o nelle vallate. Stiamo parlando di centinaia di paesi che da sempre fanno i conti con un segnale del digitale terrestre intermittente o addirittura assente. E che ora temono di rimanere al buio a causa dell’assenza di fondi per ammodernare i ripetitori che non sono di proprietà dei broadcaster. In attesa che le istituzioni battano un colpo, il modo – sia in città sia in montagna - per aggirare tutti questi eventuali disagi dovuti all’avvento del digitale terrestre di nuova generazione è scegliere Tivùsat, la piattaforma satellitare gratuita che è in grado di raggiungere tutto il territorio nazionale e trasmette dai satelliti Hotbird della flotta Eutelsat (13° Est).

LA MACCHINA DEL TEMPO DELLA TV - A spiegare perché con Tivùsat non ci si deve preoccupare dello switch off è Alberto Sigismondi, uno dei padri fondatori di Tivu S.r.l, dove ormai dal lontano 2008 ricopre la carica di consigliere delegato per conto di Mediaset. “Tivùsat è la macchina del tempo che ti porta nel futuro della tv. Basta salire a bordo e ottieni già adesso quello che il terrestre ti darà forse tra due tre anni.” “Il digitale terrestre avrà un periodo di transizione nel 2022 in cui avremo un simulcast tra lo standard DVB-T e quello nuovo del DVB-T2. Questo comporterà una sofferenza che si prolungherà tra il 2023 e il 2024. Una sofferenza sia per i broadcaster, che come gli equilibristi dovranno tenere due piattini invece che uno, sia per gli utenti che avranno una minor qualità nel consumo della televisione. La motivazione per scegliere Tivùsat è evidente”.

SESSANTA CANALI IN HD E SETTE IN 4K – Per guardare il digitale terrestre non resta – usufruendo anche dei bonus governativi – che dotarsi di una nuova tv o di un decoder. In questo scenario si affaccia come detto una piattaforma che il proprio switch off l’ha già fatto, che il bouquet in alta definizione visiva e sonora lo ha già testato e sulla quale si può salire con piccolo investimento. Tivùsat in pratica trasmette quello che già vediamo sul digitale terrestre e ha un bouquet con più di 160 canali. Ma 60 sono in alta definizione (sul digitale terrestre se ne contano nove) e sette in 4K (l’ultra Hd). E poi 40 canali radio. Ce n’è per tutti i gusti: intrattenimento, film, serie tv, programmi per bambini e ragazzi, documentari, news (attingendo anche ai grandi broadcaster internazionali e a 23 tg regionali della Rai) e tanto calcio gratis messo a disposizione soprattutto da Rai e Mediaset. Un’offerta televisiva davvero ampia con alcuni canali in esclusiva.

UNA SPESA UNA TANTUM - Dal 2009 ad oggi sono 4.440.000 le smart card Tivùsat attivate dagli utenti e l’Auditel stima 2.777.000 famiglie Tivùsat attive sulle prime case. E in tempi di switch off, l’obiettivo delle 5 milioni di card attive sembra davvero raggiungibile in un arco temporale relativamente breve. Per entrare nel mondo di Tivùsat basta installare una parabola, acquistare un dispositivo certificato Tivùsat (decoder o Cam) e attivare la smartcard che si trova all’interno della scatola. Il decoder certificato Tivùsat è compatibile con qualsiasi tipo di televisore e il costo varia dai 120 ai 160 euro, dipende dalle marche e dalle prestazioni offerte. La Cam, costo stimato da 90 a 110 euro, necessita invece di una tv di nuova generazione. Una spesa una tantum, mitigata dalla possibilità di sfruttare il bonus tv e soprattutto duratura nel tempo.
 

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