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Otto e Mezzo, Giuseppe Conte "minaccia"? "Di Maio in piazza, non si può far finta di nulla"

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"Prima Luigi Di Maio andava in piazza per sostenere le nostre battaglie civili, oggi per esibire una corrente e attaccare la leadership. Nella lettera di dimissioni ha scritto diversi buoni propositi per alimentare il dibattito e le idee. L'ho sentito per telefono e mi ha detto che é desideroso di esprimere idee e progetti. E' vero, un passaggio difficile c'è stato ma l'interesse del Movimento viene sempre prima delle persone". Così Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, parla della crisi politica all'interno del Movimento Cinquestelle dopo la querelle con il titolare della Farnesina.

 

"Non é nell'orizzonte delle cose che Di Maio venga espulso ma é ovvio che lui - che é l'ex leader - ha delle responsabilità in più. Una leadership vera non ha mai paura del confronto sulle idee ma di fronte ad un attacco così plastico, in televisione, non si può fare finta di nulla", ha spiegato Conte che poi è tornato a parlare anche del rapporto con l'attuale premier. "Con Draghi nessun imbarazzo quando l'ho incontrato, perché la nostra linea sul Quirinale è sempre stata trasparente. Con lui ho parlato della riforma Cartabia e anche lui sul passaggio e sul ritorno da magistratura a politica ha dei forti dubbi, quindi su questo punto ci ritroviamo".

 

 

Giuseppe Conte è anche intervenuto sulla situazione dei gruppi parlamentari. "Io non voglio controllare i parlamentari, che sono teste pensanti. Sul Quirinale ho lavorato con loro, con i capigruppo, in cabina di regia - dove c'era anche Di Maio - e abbiamo portato 230 parlamentari a votare uniformemente ma nessun giornale ce lo ha riconosciuto. Non é vero che usciamo sconfitti noi ma escono sconfitti i giornaloni, i principali quotidiani che sostenevano che fosse meglio avere Draghi al Quirinale", ha concluso Conte.

 

 

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