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Zelensky a Sanremo unisce Giannini e Giordano: "Nettamente contrario"

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Si parla anche dell'intervento di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo in studio da Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, nella puntata del 26 gennaio. E Massimo Giannini assume una posizione molto simile a quella di Mario Giordano che a Fuori dal Coro aveva detto: "Giù le mani da Sanremo, Zelensky. La guerra è un’altra cosa". E dalla Gruber il direttore de La Stampa, infatti, sostiene che Zelensky al Festival "non è una scelta opportuna. Sappiamo cosa rappresenta il Festival per questo Paese, come disse Pippo Baudo è il trionfo del nazional popolare e siccome la guerra è una vera tragedia e lo è sempre di più vederla rappresentata tra una canzone dei Maneskin e di Giorgia, con tutto il rispetto per i nostri cantanti, è un modo per banalizzare una tragedia in pieno corso, io sono nettamente contrario".

Qui l'intervento di Massimo Giannini a Otto e mezzo

 

 

 

Italo Bocchino la pensa allo stesso modo: "Non è un luogo adatto Sanremo per ascoltare Zelensky. Noi dobbiamo distinguere i due momenti, quello nazional popolare e quello critico. Mi sembra ci sia il rischio di banalizzazione e di strumentalizzazione. Rischia di abbassare la serietà del tema, dell'argomento". Quindi interviene di nuovo Giannini: "Venne anche Gorbaciov a Saneremo ma allora non c'era la guerra. Questo è un altro contesto. La guerra cambia tutto".  Anche Lucio Caracciolo, direttore di Limes, è contrario: "Di cattivo gusto e diseducativo. Purtroppo invece è una questione molto seria".

 

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