Il caso

Tommaso Cerno, la clamorosa retromarcia: "Sono andato a Monfalcone e ho capito"

Tommaso Cerno innesta la retromarcia. Intervenuto a L'Aria Che tira, il direttore de L'Identità, parla della denuncia del sindaco di Monfalcone che deve gestire una comunità dove più di un terzo è di fede islamica. Solo qualche settimana fa su Libero vi avevamo raccontato delle urla in piazza al grido "Allah akbar" che hanno fatto tremare l'intero centro della città. E ora Tommaso Cerno fa mea culpa dopo le critiche contro il sindaco leghista Anna Maria Cisint: "La denuncia del sindaco è stata per molti anni inascoltata e ha un fondamento. A Monfalcone la situazione è allucinante, tu passeggi per strada e vedi ogni giorno le donne col burka, vietato dalla legge italiana". E proprio la prima cittadina di Monfalcone si è sfogata ai microfoni de

L'Aria che tira con parole durissime: "Negli ultimi anni abbiamo assistito a una radicalizzazione davvero preoccupante. Sarebbe il caso di ragionare sui finti centri islamici che sono gestiti dagli imam, gli stessi che hanno detto che vogliono sostituirci".

 

 

Insomma il dibattito su quanto sta accadendo a Monfalcone resta aperto e in questo caso la retromarcia di Cerno è un segnale chiaro: la voce del sindaco non resta inascoltata e la situazione da quelle parti si fa sempre più preoccupante. E la Cisint sta cercando di dare una stretta importante a cominciare dalla scuola. Un piano preciso del Comune ha l'obiettivo chiaro di ridurre il sovraffollamento scolastico per evitare la preponderanza di studenti stranieri e fare in modo che in ogni istituto comprensivo la maggioranza dei bambini in ogni classe sia italofona. 

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