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Alemanno e Daniela Preziosi, scontro da Formigli: "Non cominci ad avvelenare i pozzi"

Roberto Tortora
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Gianni Alemanno protagonista dell’ultima puntata di PiazzaPulita, talk di approfondimento politico di La7 condotto da Corrado Formigli. Prima il duro scontro con il giornalista Christian Raimo sulla vicenda di Acca Larentia, poi quello con l’inviata parlamentare del Domani Daniela Preziosi, sempre sullo stesso tema.

Sotto accusa il saluto romano dei presenti alla commemorazione, al momento sono cinque le persone denunciate. All'attenzione dei pm di Roma è arrivata oggi una prima informativa della Digos che sta proseguendo nella identificazione delle persone che hanno effettuato il saluto fascista.

 

 

 

Alla manifestazione erano presenti militanti di estrema destra e alcuni appartamenti a frange del tifo ultras. La Preziosi indica Acca Larentia come punto strategico di Fratelli d’Italia: “È il luogo simbolico anche della memoria di Fratelli d'Italia, certo non faranno più il saluto romano ovviamente, mi pare ovvio”. Alemanno subito la interrompe: “C'è della colpa a far memoria di tre ragazzi uccisi? Vedo che anche Fratelli d'Italia finisce sul banco d'accusa. Qual è la colpa, l'accusa a Fratelli d'Italia? Ci sono tre persone uccise in quel luogo, non può essere simbolico?”.



"Non cominci ad avvelenare i pozzi". Lo scontro Preziosi-Alemanno, guarda il video di PiazzaPulita

 

La giornalista sbotta e replica: “No, no, non cominci a sbagliare, sto dicendo che la memoria c'è, non cominci ad avvelenare i pozzi. Stiamo parlando di un saluto romano, io sto dicendo che quello è lo stesso luogo simbolico, non sto facendo accuse a Fratelli d'Italia, sto dicendo che quello è lo stesso luogo simbolico, perché da quel momento e da quella vicenda nasce la storia di tante diverse destre, una di queste è anche quella di Fratelli d'Italia. La memoria di parte è una cosa – spiega la Preziosi - io sono per le memorie divise, nel senso che ognuno piange i suoi morti, poi però c'è una memoria nazionale che è un'altra".

 

 

 

Giorgia Meloni, conclude la giornalista del Domani, "dovrebbe, da capo di partito in una repubblica parlamentare e soprattutto da presidente del Consiglio, ‘sì noi onoriamo quella memoria, ma i simboli del fascismo non ci appartengono più. Non può dirlo, perché tra poco ci sono le elezioni europee e lei non può perdere nulla del suo elettorato”.

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