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Omnibus, "noi siamo abituati così". Magi, l'ultima sparata

domenica 20 luglio 2025

2' di lettura

Ora, Riccardo Magi nella sua avventurosa vita di Zelig parlamentare ha detto e fatto di tutto, compreso mettersi sulla testa un lenzuolo bianco con i fori per denunciare “il referendum fantasma”, oppure appuntarsi sul bavero un fiore di cannabis per attaccare lo scarso appoggio del settore agli agricoltori. E poi insulti a questo o quel ministro del governo di centrodestra, compresa la premier Giorgia Meloni.

Sempre rigorosamente in aula e mentre le telecamere lo inquadravano, perché in politica il tempismo importante. Il Magi-garantista, però, alla raccolta mancava. Per fortuna è arrivato Beppe Sala, con i guai della giunta di centrosinistra milanese travolta dall’ultima inchiesta sull’urbanistica che rischia di far cadere il primo cittadino, a fornire l’opportunità al leader di +Europa di indossare questi nuovi, affascinanti abiti.

A Omnibus, su La7, la conduttrice Flavia Fratello si mostra perplessa sul reato ipotizzato dai pm: «Incontrollata espansione edilizia, io non è che l’abbia capito benissimo...». Mentre Ruggero Razza di Fratelli d’Italia invita tutti alla prudenza e a tenere separati il piano giudiziario e quello politico, Magi pompiereggia alla grande, di buon mattino: «In questi casi noi apriamo il giornale e apprendiamo di inchieste che sembrano molto serie, molto importanti e gravi dal punto di vista della imputazione però io non posso non rifarmi a un atteggiamento assolutamente garantista. Ho letto una intervista molto equilibrata dell’ex sindaco Albertini, che ha attraversato vicende giudiziarie devastanti anche dal punto di vista personale e risolte in alcuni casi in un nulla di fatto. Per me la presunzione d’innocenza è l’unica linea da tenere come commento politico, lo si fa nei confronti degli alleati come degli avversari. Noi siamo sempre stati abituati in questo modo». Complimenti sinceri, anche se immaginiamo che le orecchie di Giuseppe Conte saranno piuttosto indolenzite per i fischi.

Dopo la carota, però arriva la bastonata sul possibile ruolo di Sala, che in questi mesi sperava di poter diventare il “federatore” delle diverse anime delle opposizioni, grillini compresi. «Questa è una valutazione squisitamente politica e io non ho mai creduto che questo ruolo se lo si possa auto-attribuire. Servono invece dei processi politici che riguardino prima di tutto le forze politiche che si devono federare, perché altrimenti non è che ci si fa federare in modo etero-diretto, ecco». 

Riccardo Magi e Beppe Sala, guarda qui il video di Omnibus su La7

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