Un dialogo intimo in cui il giornalista ripercorre le sue fragilità, la timidezza dell’infanzia e il rapporto con la sua famiglia. Da piccolo, rivela, era un bambino introverso: "Ero un maschio molto timido, molto introverso, che aveva paura del contatto col pubblico, con le persone. Quando qualcuno arrivava a casa, mi nascondevo dietro un divano per paura di affrontarle. Sono nato di sette mesi, avevo tanti problemi, allergie, una brutta tosse che non mi faceva respirare bene".
Una condizione che lo portava a chiudersi in se stesso: "Queste difficoltà mi spingevano a crearmi una campana in cui rifugiarmi. Io sono un timido, lo sono sempre stato. Ho combattuto negli anni con questa attitudine. Io sono uno che sta bene da solo". Alla domanda di Nunzia – “Hai smesso di nasconderti?” – Sottile risponde: "Dipende. A volte nascondo lati del mio carattere che non voglio svelare, dietro una corazza. La sensibilità la nascondo spesso, non la svelo facilmente".
LUCA WARD A “CIAO MASCHIO”: ‘’ERO POVERISSIMO, HO LAVORATO PER NON MORIRE DI FAME’’
«Io ho perso mio padre a 13 anni, che era la colonna portante della famiglia. Da lì siamo sprofondati nella...Poi il racconto tocca la famiglia e l’infanzia: "Ho avuto da bambino un rapporto complicato con l’essere figlio. Mio padre faceva il giornalista di carta stampata e non c’era quasi mai. Guardando oggi mio figlio o mia figlia penso a tutte le gioie che avrei voluto vivere. Quando hai cinque, sei anni e hai un papà molto bravo nel suo lavoro ma proiettato su se stesso e sulla voglia di arrivare… ti perdi delle cose".
E aggiunge una riflessione maturata col tempo: "Il lavoro è importante, ma è importante anche vivere, sapere cosa hai intorno, le persone che hai accanto. Gli affetti non tornano indietro". Il ricordo più vivido della sua infanzia è legato al nonno: "Mi portava all’alba sul pontile di Cefalù per farmi respirare lo iodio e farmi passare la tosse. È un’immagine che porto nel cuore. Se n’è andato quando avevo 13 anni, troppo presto. Non mi ha visto crescere".




