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Cinema: il regista di 'Piccola patria', indipendentismo veneto effetto della crisi

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Roma, 3 apr. (Adnkronos/Cinematografo.it) - Il tempismo è perfetto: all'indomani dell'arresto di un gruppo di indipendentisti veneti, viene presentato 'Piccola patria', film ambientato nel profondo nordest, dove più che altrove l'onda separatista ha fatto breccia. Ne sa qualcosa il regista, l'esordiente Alessandro Rossetto, padovano, 50enne, background da documentarista e formazione da antropologo, non uno sprovveduto: "Sono fenomeni ciclici - dice - anche se gli ultimi anni sono stati caratterizzati maggiormente da questo tipo di pulsioni, da una spinta 'leghistoide'. In effetti questi indipendentisti sono delusi anche dalla Lega e in buona parte vi si contrappongono. Bisognerebbe approfondire il fenomeno, ma se la magistratura ha deciso d'intervenire e di stilare 100 pagine d'ordinanza significa che qualche rischio c'è". Escluso comunque che questa componente irredentista faccia parte integrante del dna della sua terra: "E' vero piuttosto che in un luogo in cui è particolarmente sentita l'etica del lavoro, la crisi abbia aggredito la soggettività dei veneti - dichiara Rossetto -. Parliamo di una regione in cui, dagli anni settanta in poi, ogni famiglia è diventata una piccola azienda. Ecco perché la crisi è stata particolarmente devastante: nella sua morsa non è finita solo un'intera realtà produttiva, ma moltissimi nuclei familiari che in quella realtà si riconoscevano". 'Piccola patria' però non parla solo di rivendicazioni indipendentiste: "Il nostro punto di partenza - aggiunge il regista - era un altro: la mercificazione dei corpi giovanili, a cui via via abbiamo aggiunto altri elementi come la xenofobia, le storie d'amore fallite, la crisi". (segue)

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