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Tv: su Rai1 l'amicizia tra Giovanni Paolo II e il suo maestro di sci

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Roma, 23 apr. (Adnkronos) - Un'amicizia particolare, intensa e profonda. Una storia tra 'due montanari' che sfidano le vette più alte e che, in modi diversi, cercano l'assoluto. Karol Wojtyla e il maestro di sci Lino Zani per oltre vent'anni hanno condiviso la passione per la montagna. E sulle piste innevate hanno intrecciato una relazione profonda e intima. Un rapporto tra un Papa, che ha sempre amato salire ad alta quota, e un uomo semplice che lo ha accompagnato nelle sue escursioni. Nasce così la vicenda tra Lino Zani e Giovanni Paolo II che viene descritta nel film 'Non avere paura. Un'amicizia con Papa Wojtyla', per la regia di Andrea Porporati, che Rai1 trasmette in prima serata domenica 27 aprile, proprio nel giorno in cui Giovanni Paolo II diventerà santo. Liberamente ispirato al libro 'Era santo, era uomo', di Lino Zani con Marilù Simoneschi, il film è interpretato da Giorgio Pasotti, nei panni appunto di Lino Zani, e da Aleksei Guskov, che dà volto e corpo al Papa polacco. Tutto nasce quando nel 1981 qualche tempo dopo l'attentato a Giovanni Paolo II, la famiglia del giovane maestro di sci e alpinista provetto Lino Zani, che gestisce un rifugio alpino tra le vette dell'Adamello, riceve la visita straordinaria ed inattesa del Papa, insieme al quale arriva anche Sandro Pertini, interpretato sullo schermo da Giuseppe Cederna. Da qui si sviluppa, racconta ai cronisti Zani visibilmente commosso, "un'amicizia tra due montanari incredibile. Sono stato fortunato ad avere stretto un'amicizia con un santo.Tutto quello che mi sta succedendo è davvero incredibile: ho scritto un libro e poi è arrivato il film. Da noi - ricorda- venne don Stanislao (che nel film viene interpretato da Ugo Dighero ndr.) e ci chiese di organizzare una vacanza per il Santo Padre. Venne anche il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, una cosa davvero incredibile". Zani, poi, ricorda che "il Santo Padre mi dava una croce da portare su in montagna. L'insegnamento più grande del papa era racchiuso in questa frase: dalla cima si può solo scendere. Voleva dirmi che tornare indietro, alle cose della vita di tutti i giorni, è sempre più difficile". (segue)

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