Venezia: l'Italia di Ferrario chiama e quella di Salvatores risponde (2)
(Adnkronos) - "Tutto il materiale proviene dall'Archivio del Cinema d'Impresa di Ivrea che ha raccolto i 'fondi' che arrivavano dalle aziende, dalla Fiat, dall'Ansaldo, dalla Breda, ed è uno strordinario deposito di questi materiali. Il direttore, Sergio Toffeti, mi diceva da tempo 'prova a guardarli' e quando l'ho fatto ne sono stato colpito: c'era la testimonianza in presa diretta di quello che è stato il sogno, l'utopia del Novecento in Italia", racconta Ferrario, spiegando che il materiale, di fatto filmati aziendali propagandistici, è riuscito a 'piegarlo' ad una narrazione più oggettiva di quegli anni grazie al fatto che la sua idea di cinema "è basata sul montaggio molto più che sulle riprese, sulla sceneggiatura o su altre idee. Trovo che il montaggio è davvero il segreto del cinema, per cui lavorare con materiali già fatti piuttosto che girati per me non fa molta differenza: si tratta di rispettare la natura del materiale, non forzandolo a dire cose che non voleva dire, però con il montaggio lo metti in prospettiva e ti consente di vedere delle cose che allora non erano neanche immaginabili". (segue)