Cerca
Cerca
+

Cinema: Groening, 'La moglie del poliziotto' esercizio brechtiano

default_image

  • a
  • a
  • a

Venezia, 30 ago. (Adnkronos/Cinematografo.it) - "E' il tema a scegliere come sara' il film, questo e' un esercizio brechtiano, per vedere come e' l'essere umano". Cosi' il regista tedesco Philip Groening presenta 'La moglie del poliziotto', in Concorso alla 70esima Mostra di Venezia. Protagonisti il poliziotto Uwe (David Zimmerschied) e la moglie Christine (Alexandra Finder), che vivono in una cittadina di provincia con la figlia Clara (Pia e Chiara Kleemann): una vita modesta, fatta di piccole gioie, ma anche di un'escalation di violenza domestica che si misura attraverso i lividi blu di Christine… "E' vero, c'e' anche un aspetto documentaristico, ma abbiamo usato luci artificiali, scoperchiato la casa", dice Groening, che definisce il film, suddiviso in 59 capitoli e lungo 172 minuti, "un mosaico di varie cose che si sviluppa lentamente, perche' nessuno spettatore perda la propria direzione". C'e' il rischio, ed e' successo, che qualche spettatore se ne vada: "E' lecito -risponde il regista- ma il film mette insieme tante cose in modo insolito ma valido, perche' crea un'emozione piu' profonda". In questo senso va intesa la partizione in capitoli, che si aprono e chiudono con altrettanti cartelli: "Il film cosi' da' allo spettatore la liberta' di distanziarsi per poi potersi immedesimare nel nuovo capitolo. L'ultima scena di violenza, per esempio, dura 12 minuti, e' la situazione a determinare la lunghezza del capitolo. Non e' un film che si vuole imporre, e' lo spettatore a imporsi, e questi capitoli servono ad alimentare la sua capacita' di giudizio". (segue)

Dai blog