Mostra Venezia: Sesti, Berlinguer sapeva parlare di felicita'
Venezia, 30 ago. (Adnkronos) - Uno che aveva "un'apparenza corporea neutra, un'espressivita' ridotta, era timido e vestiva in modo anonimo, ma la sua voce era in grado di smuovere giacimenti di emozioni e di sogni collettivi straordinari". Questo e' il ritratto di Enrico Berlinguer tratteggiato da Mario Sesti che a Venezia, insieme a Teho Teardo, presenta da regista in Selezione Ufficiale - Fuori Concorso il film documentario 'La voce di Berlinguer'. "Ho iniziato a passare al setaccio tutto il materiale che riguardava Berlinguer -ha spiegato all'Adnkronos il regista- le sue tribune politiche, il suo modo di comunicare. Poi mi e' arrivato tra le mani questo discorso di chiusura del Festival dell'Unita' del 1981". Un video rovinato, che non si sentiva nemmeno bene, ma "mi e' sembrato -racconta Sesti- da una parte che fosse una sintesi perfetta della fase piu' matura della sua esperienza politica, dall'altra che quell'autorevolezza nel parlare non solo della questione morale ma anche della ricerca della felicita', ci desse la misura di cosa era la politica in quegli anni: qualcosa che somiglia alla filosofia, forse anche alla religione". Una cosa che, secondo Sesti, ora e' totalmente scomparsa. "Oggi -argomenta Sesti- i politici al massimo cercano di convincerti che riusciranno a togliere l'Imu, o parlano di coalizioni politiche ma nessuno ha l'ambizione di dirci cosa ci rende felice. Chi infatti sarebbe in grado di farlo?". La registrazione imperfetta del discorso di Berlinguer diventa fulcro del film, una geniale scelta che enfatizza i difetti facendoli diventare pregi. "Si passa da immagini molto basse ad immagini molto 'alte' -spiega Sesti- come Pasolini e 'La commare secca', e quelle di una grande documentarista come Cecilia Mangini. Questo mix accompagna tutto il film". Una pellicola che affronta anche il tema del cambiamento nelle forme di comunicazione, dalla 'Parola' all'immagine e alla Rete.