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Il ct delira e l'Italia becca 3 gol dalla Russia. Ecco le pagelle disastrose

Il commissario tecnico pronto a lasciare gli Europei per il calcioscommesse

Lucia Esposito
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    Un uomo solo, un ct solo. Abbandonato. Mollato nel momento più difficile e devastante per il football italiano. Cesare Prandelli si ritrova sballottato tra gestione dello spogliatoio, avvisi di garanzie, polemiche,  difficili rapporti con la stampa e proprio in questo complicato momento, probabilmente, si sta rendendo conto che nessuno gli dà una mano. Anzi. Frastornato, anche ieri si è adattato a parlare di scommesse e magistrati, ombre e sospetti anziché di tattica, ruoli, formazioni. E lui, uno che in carriera non si era mai trovato a dover gestire pressioni di questo tipo, per cercare di smarcarsi da una situazione tanto surreale ha allargato le braccia e si è affidato alla provocazione. «Se ci dicessero che per il bene del calcio la Nazionale non deve andare all'Europeo, per quanto mi riguarda non sarebbe un problema. Ci sono cose che reputo più importanti. Non mi piacciono le crociate, mi piacciono i confronti e non le prese di posizione senza pensare alle conseguenze». Più che uno sfogo, più che un attacco, l'uscita del ct ha tutta l'aria di essere una richiesta di aiuto. Una grido di allarme.      I casi Criscito e Bonucci - Già, diciamocelo chiaramente. Prandelli, che a questi livelli non ha certo l'esperienza di Lippi o Trapattoni, finora è riuscito a portare la Nazionale fin qui - facendo ritrovare entusiasmo alla gente e gioco alla squadra - perché è stato appoggiato dalla Federazione. Quando ha deciso di istituire il codice etico e ha fatto scelte nette (Balotelli a casa perché espulso, per esempio), ha sempre avuto il sostegno della Figc. La quale però ora, di fronte a un problemone e non più problemini, ha dimostrato inadeguatezza. La gestione dei casi Criscito e Bonucci sono la dimostrazione. Albertini ha spiegato che la notte prima della perquisizione ha tenuto il cellulare acceso perché sapeva, dunque i dirigenti erano a conoscenza delle carte e dei contenuti. E potevano aspettare qualche ora a rimandare a casa il difensore dello Zenit, che invece è diventato (facendo comodo) il capro espiatorio. Poi, hanno spinto perché Bonucci (e la stessa cosa vale per Buffon) restasse, mettendo di fatto in difficoltà il ct che, malgrado le spiegazioni («A noi non è stato ufficializzato nessun avviso di garanzia»), ora agli occhi di tutti appare incoerente. I media - Abbandonato dalla federazione nel momento più delicato, ma non solo. Prandelli si è ritrovato anche senza l'appoggio del gruppo. Perché nella sua gestione una delle regole principali è sempre stata quella dell'apertura, della trasparenza, dei buoni rapporti con la stampa. Proprio il contrario di quanto stanno facendo i giocatori adesso che, apertamente, hanno dichiarato guerra ai media come se la colpa di tutto fosse solo di tv e giornali. E non dei loro colleghi sfigatelli che hanno scommesso e taroccato partite. di Alessandro Dell'Orto    

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