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Nazionale, il dubbio malizioso: Antonio Conte, lo stipendio pagato dallo sponsor (di Mario Balotelli)

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Giulio Bucchi
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Il dubbio, considerata la personalità di Antonio Conte, è piuttosto irriverente: la formazione della Nazionale la farà lui oppure lo sponsor, che secondo le prime ricostruzioni gli pagherà più della metà del lauto stipendio? Una cosa è certa: al centro della polemica rischia di finirci, ancora una volta, Mario Balotelli. Perché il suo sponsor è Puma, così come per Gigi Buffon, Giorgio Chiellini, Mattia Perin, Romulo e gli altri azzurrabili Davide Astori e Manolo Gabbiadini. E Puma è lo sponsor della Nazionale, cioè quello che avrà Conte a libro paga. Lo sponsor paga il ct - L'ex tecnico juventino è in procinto di diventare nuovo ct azzurro a 3,6 milioni di euro o anche qualcosa di più. Tanti soldi, troppi per la Figc. E infatti il presidente federale Carlo Tavecchio avrebbe convinto lo sponsor tecnico Puma a contribuire alla spesa per oltre il 50%, sborsando 2 milioni di euro. Un sacrificio più per l'azienda sportiva tedesca che per la Figc, che di fatto pagherebbe la stessa somma erogata a Cesare Prandelli. Puma avrebbe accettato confidando nel rilancio del "marchio Italia" grazie al traino di Conte, vincente nato. Il guaio è che Puma è anche lo sponsor tecnico del giocatore più mediatico d'Italia, Balotelli appunto. Balo gioca o non gioca? - SuperMario, anche dopo il Mondiale flop in Brasile e le polemiche con i compagni di squadra, resta di gran lunga l'azzurro più "vendibile" del gruppo in termini di appeal commerciale. Qualcuno, dopo la cacciata di Prandelli, aveva messo in dubbio il suo ruolo con la Nazionale: uscito malissimo dalla gestione Prandelli che l'aveva "messo al centro del progetto tecnico" miseramente naufragato, l'imprevedibile Balotelli pareva chiamato a dover ripartire da zero, a guadagnarsi partita dopo partita convocazione e fiducia del futuro ct. Un esame continuo per un giocatore che a 24 anni, fino ad oggi, gli esami di maturità ne ha superati pochi. Conte avrà sufficiente forza per lasciarlo fuori nel caso non sia soddisfatto di rendimento o comportamento dell'attaccante milanista? E Puma accetterà di buon grado l'esclusione del suo asso e uomo-copertina? Oppure farà come la Nike con Ronaldo nel 1998? L'esempio è celebre, ma non certo l'unico: il Fenomeno brasiliano era a pezzi, demolito dalle infiltrazioni, non avrebbe mai potuto giocare ma contro la Francia a Saint Denis scese in campo, rischiando anche la vita. A furor di popolo? No, a furor di sponsor.

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