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Il capolavoro di Berlusconi: mezzo miliardo per tenersi il Milan

Matteo Legnani
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Se tu, signor Bee, decidi di fare affari con Silvio Berlusconi, devi sapere che: 1) Per quanto tu possa essere determinato, lui lo sarà di più. 2) Per quanto lui possa avere necessità di trovare un partner, continuerà a comandare il giuoco. 3) Per quanto tu abbia in mente percentuali e modalità, sarà lui a stabilirle. Così è andata. Il viaggio-bis del thailandese dal cognome «scaramantico» (Taechaubol, praticamente «toccapalle») inizia peggio di come era andato il primo - tanti sorrisi e nessun accordo - ma finisce bene. Soprattutto per i tifosi del Milan. Il blitz prende forma nella notte tra giovedì e venerdì: Bee si presenta ad Arcore, resta oltre l'una di notte, offre un miliardo a Silvione per rilevare pentole e coperchi del Diavolo (il 100%) ma viene respinto con perdite. «Grazie tante, ma cerco solo soci di minoranza». Più o meno queste le parole di Berlusconi, probabilmente condite da qualche «mi consenta». Bee incassa e medita. La riflessione dura poco, il tempo di una dormita: il thai vuole entrare nella famiglia Milan a qualunque costo e torna ad Arcore. L'intesa è già stata raggiunta in mattinata, bisogna solo stabilire per bene le cifre alla presenza dell'ad Fininvest Cannatelli, di Marina e Barbara Berlusconi e - ovviamente - del Grande Capo. Ecco i «freddi» numeri: a Bee («catalizzatore» di quattrini provenienti dai portafogli di imprenditori cinesi e, soprattutto, dei proprietari del celebre fondo Doyen) va il 48% del Diavolo per 480 milioni di euro. Nei prossimi 24 mesi è prevista la quotazione alla Borsa di Hong Kong. La nota Fininvest compilata di tutto punto precisa: «L'accordo firmato prevede di trattare in esclusiva per un periodo di 8 settimane un rapporto di collaborazione relativo all'Ac Milan. In questo periodo Silvio Berlusconi, che continuerà ad essere presidente, e Mr. Taechaubol lavoreranno per costruire insieme un grande ed ambizioso progetto economico e sportivo (...) L'ipotesi di accordo prevede che il controllo del club rimanga nelle mani del presidente Silvio Berlusconi e della Fininvest, cui farà capo una quota di maggioranza assoluta pari al 52%. Il consorzio rappresentato da Mr. Taechaubol acquisirà invece una quota di minoranza pari al 48%. L'ipotesi di accordo ha come obiettivo la valorizzazione e la commercializzazione del brand Milan in particolare nei Paesi asiatici, al fine di ottenere un forte impulso dei ricavi (...) per poter competere con i principali club del calcio mondiale». Fine. E qui viene il bello. Nelle mani di quel diavolaccio di Silvio arriveranno subito 150 milioni che seviranno a dare un'accelerata per la costruzione del nuovo stadio e per apparecchiare un mercato da nababbi. Il tutto sarà competenza di Galliani, che già oggi proverà a ungere le ruote con Raiola per tentare un clamoroso ritorno di Ibra sul Naviglio. Al resto pensa Silvio, chiarissimo dal pulpito di Segrate: «Mantengo maggioranza e la carica di presidente. Mihajlovic? Impressione ottima, una persona di livello». E su Ibra: «Con Mihajlovic abbiamo parlato di tante cose. L'età avanzata non mi consente di ricordare tutto. Non ci credete? Nemmeno io...». Fino al capolavoro: «Ho sempre detto ai miei figli che potevano vendere tutto tranne 2 cose: la casa di Arcore e il Milan. La mia famiglia anche dopo di me dovrà sempre tenere la maggioranza». Prosit. di Fabrizio Biasin

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