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Juventus campione d'Italia, le pagelle: Buffon e Allegri perfetti, Dybala quasi

Giulio Bucchi
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Con la vittoria della Roma sul Napoli, la Juventus si laurea campione d'Italia per la 32esima volta (senza contare i 2 dell'era Calciopoli), la quinta di fila, grazie a 12 punti di vantaggio a 3 giornate dalla fine. Una stagione clamorosa, con una partenza da incubo e una rimonta da primato, 24 vittorie in 25 partite. Non a caso il capitano Gigi Buffon, che ha centrato anche il record d'imbattibilità, ha parlato del suo "scudetto più bello". E proprio a lui va il voto più alto di questa stagione da ricordare. Buffon 10 - D'accordo, la perfezione non esiste. Ma vincere così, con un rendimento in crescendo, il proprio settimo scudetto (più i due di Calciopoli) con sulle spalle un migliaio di partite ufficiali, la dice lunga sul suo status di mito. Capitano con le parate, superbe, che hanno blindato la rimonta da record di questo 2016. E soprattutto con le parole, di piombo, che ha pronunciato dopo il ko con il Sassuolo: "Partita indegna, approccio indecoroso". Era una Juve allo sbando, dalla domenica successiva è diventata uno schiacciasassi. Non è un caso. Ah, dimenticavamo: firma il nuovo record d'imbattibilità. Sì, qualche volta la perfezione esiste. Neto sv - Una presenza, portiere di Coppa (Italia). Alex Sandro 7 - Parte piano, cresce tanto. Ha gamba, testa e piede: può fare di più, l'impressione è che inizierà a farlo stabilmente dalla prossima stagione. Barzagli 8,5 - Ormai è assodato: è il miglior centrale difensivo del calcio italiano e a 34 anni è merito suo, non demerito dei più giovani. Regge la baracca anche quando manca Chiellini: imprescindibile. Bonucci 8,5 - Cuore Juve: qualche svarione, qualche miracolo (chi si ricorda la spaccata che toglie a Higuain un gol fatto nella sfida-scudetto di febbraio?), una "garra" che ricorda quella di Montero. Leader in campo e fuori, la sfida sarà resistere alle sterline della Premier League. Caceres sv - Messo ko dagli infortuni, il suo ciclo alla Juve però sembrava già finito. Chiellini 7 - Anche lui frenato dai guai fisici: tanto mestiere, tanta carica agonistica. E nel record di Buffon c'è anche la sua firma. Evra 7 - Anche lui è uno dei leader silenziosi, uno di quelli che hanno dato la sveglia ai giovani e ai novellini nel momento peggiore, l'autunno nero della Signora. A quasi 35 anni insegnaa tutti come essere sempre sul pezzo anche a fine carriera. Lichtsteiner 7 - Il pendolino svizzero è meno esuberante degli anni scorsi. L'età anche per lui avanza, l'attenzione però non viene mai meno. Non a caso, sul mercato la Juve cercherà con grande attenzione l'erede di questo elemento-chiave nel ciclo d'oro 2011-2016. Rugani 6,5 - Timido, timidissimo nelle prime partite in bianconero, s'impone con sorprendente personalità quando è chiamato a sostituire l'infortunato Chiellini. Allegri ne ha forgiato il carattere, la qualità ce l'aveva di suo. Il centrale del futuro (prossimo). Asamoah sv - Un altro che deve maledire gli infortuni. Cuadrado 7,5 - Imprevedibile, nel bene e nel male. Con lui sono tutte montagne russe: appare e scompare dai radar ma restano negli occhi alcune abbaglianti accelerazioni, molte in partite-chiave. Tornerà al Chelsea da Conte, che tanto lo voleva nel 2014. Hernanes 5 - Acquistato come ripiego, e come tale utilizzato da Allegri che mai ha puntato davvero sul brasiliano ex Lazio e Inter. Corpo estraneo in questa Juve tutta velocità e muscoli. Khedira 8 - Ecco uno che con gli infortuni sa convivere eccome: muscoli di seta, testa iper-fosforica, piedi sapienti e una impressionante capacità di tornare in forma in tempi-lampo dopo ogni stop. E anche cinque gol, pesanti. Non è Vidal ma anche lui è decisivo. Lemina 6 - Da rivedere quando starà bene. Il talento c'è, non è detto che lo mostrerà ancora nella Juve, visto che è in prestito. Marchisio 8,5 - Cuore e personalità, l'erede di Pirlo anche se con altre qualità e predisposizioni. Punge meno in zona gol ma forse è il suo campionato più brillante per continuità di rendimento e "pesantezza" nel motore-Juve. Sarebbe stato un grande protagonista all'Europeo, tornerà in autunno. Padoin sv - Il talismano, mito dei tifosi juventini: 5 anni a Torino, 5 scudetti. Maxi Pereyra 5 - Alle prese con gli infortuni (che caso, quest'anno...) ma soprattutto con una preoccupante involuzione tecnica, tattica e di personalità. Un anno fa sembrava poter diventare il trequartista titolare, o almeno il dodicesimo uomo. Quest'anno a volte non sembrava nemmeno in grado di stare nella rotazione dei 15-16. Pogba 8,5 - Il predestinato ci mette un po' a carburare. C'è chi lo accusa di avere la mente altrove, magari già in Spagna o Inghilterra. Lui non parla, non polemizza, pensa solo al campo (che differenza con altri pupilli di Raiola) e risale la corrente a modo suo. Otto gol, giocate sontuose, presenza dominante. Quando sembra in panne, ingrana la quinta, proprio come la Juve. Sturaro 6 - L'anno scorso, al debutto, nella Juve, aveva stupito per maturità e sicurezza. Quest'anno un mezzo passo indietro: nonostante i tanti infortuni a centrocampo, non è mai stato protagonista vero. Serve qualcosa in più per tornare ai livelli che tutti gli pronosticano. Dybala 9 - Allegri lo vuol far crescere piano, Paulo va più veloce di tutti. Devastante per come gioca a tutto campo negli ultimi 30 metri, per come tiene palla, per come salta l'uomo, per come fa sempre la cosa giusta. Sedici gol, assist, illuminazioni. Trequartista, seconda punta, nuovo Tevez? No, semplicemente Dybala: ne riparleremo quando dall'estero partiranno le proposte indecenti. Mandzukic 8,5 - Incostante sotto porta (ma alla fine le palle insaccate sono 10, non malissimo), per il resto è un caterpillar. Non era e non sarà mai un bomber, ma con lui segnano tutti. Prototipo del centravanti moderno, che sa cantare ma soprattutto portare la croce. Così, è come giocare in 12. Morata 7,5 - Eterno dilemma: fenomeno o sopravvalutato? L'anno scorso era partito piano ed è esploso nel girone di ritorno, soprattutto in Champions. Quest'anno è partito pianissimo, proprio quando si pensava che sarebbe stato lui a raccogliere l'eredità di Tevez. Ha passato "momenti difficili", si è sbloccato ma non ha mai dato l'impressione di esplodere. Stranezze del calcio: la sua stagione fatta di più ombre che luci potrebbe comunque riportarlo al Real Madrid. Perché il ragazzo ha classe, e 23 anni. Zaza 7 - Il perfetto attaccante di scorta, quello che sarebbe titolare nelle altre 19 squadre di A. Vai a vadere le cifre e strabuzzi gli occhi: solo 4 gol. Eppure spesso è partito dalla panchina, senza fiatare. E ha segnato la rete spacca-campionato, l'1-0 al Napoli. Vuole giocare di più, Allegri non lo vuole mollare. Ovviamente, hanno ragione tutti e due. Allegri 10 - L'anno scorso "viveva del lavoro fatto da Conte". Quest'estate gli hanno smontato la squadra anche se, a differenza del Milan post Ibra-Thiago, la dirigenza gliel'ha rimontata. Lui ha lavorato in silenzio per qualche mese, ha fatto e disfatto, ha provato il trequartista poi si è adattato, rispolverando l'affidabile 3-5-2. Ma non c'è dubbio: questa è la Juve di Allegri, e basta. Più meditativa rispetto all'ipercinetica Signora di Conte, più saggia, più cinica. Tutte qualità che la possono rendere grande anche in Champions, dove peraltro ha già fatto più che bene. A patto di risolvere il problema degli infortuni, che in Europa ha compromesso tutto.

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