Il Sassuolo ha voluto fare la «big» e oggi lotta per salvarsi
Dice il saggio che è più facile arrivare ad alto livello che rimanerci. Guardando il Sassuolo la tesi sembra corretta. La scorsa stagione il club neroverde si godeva l' avventura in Europa League, ora si ritrova ad appena 3 punti dalla retrocessione. E, soprattutto, non più con il vento dell' entusiasmo alle spalle, ma quello della paura che soffia in senso opposto, verso la B. All' esonero di Bucchi di fine novembre (che non ha saputo, o potuto, rinnovare una rosa giunta con Di Francesco a fine ciclo), seguì l' arrivo di Iachini, che però ha avuto l' effetto di un fiammifero: la fiamma delle prime 4 partite (9 punti) si è subito spenta - 3 punti nelle ultime 8, con 18 gol subiti e 3 segnati - e ad osservare l' apatia generale sembra impossibile che si riaccenda domani con il Chievo. Ma non è un caso che l' arrivo di un nuovo tecnico non abbia guarito il Sassuolo, a differenza di quanto successo con Milan, Udinese e Genoa: la malattia non riguarda (solo) il campo, ma (anche) la gestione del club. Soprattutto quella del mercato, dove il Sassuolo ha tirato la corda fino a spezzarla. Ha trattenuto con la forza i migliori - Berardi prima, e Politano poi, cercati a ruota da tutte le big di A - supervalutandoli fino a 40 e 30 milioni: cifre ingiustificate, come dimostrano i numeri dell' attacco neroverde, il peggior della A con 15 gol (Berardi 2, Politano 3). I giocatori prigionieri sono ora quelli che rendono meno, e che quindi si svalutano di più. Un cortocircuito che ha infine trascinato la squadra in zona retrocessione. Che non sarebbe solo un danno - il Sassuolo in un anno dilapiderebbe il patrimonio lasciato da Di Francesco - ma anche una beffa sul mercato, dove tutti i giocatori invenduti avrebbero un valore nettamente più basso. Da serie B, appunto. Il Sassuolo era un modello da seguire, ora è quello da evitare. Dopo aver recitato la parte del "grande" club, si ritrova ad interpretare la piccola società in difficoltà. L' Atalanta insegna: l' ascesa va alimentata con le cessioni. Il Sassuolo ha fatto il contrario. di Claudio Savelli