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Psg-Real Madrid 2-1, ma ai francesi non basta: Zinedine Zidane vola ai quarti

Andrea Tempestini
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a sfarzosa sfida tra Psg e Real Madrid, ritorno degli ottavi di Champions, regala una banale morale del calcio: i grandi giocatori sono necessari per vincere le grandi partite, ma non sufficienti. Lo dimostra il Psg, che non aveva convinto al Bernabeu (3-1 di rimonta per il Madrid) con Neymar, e non convincerà nemmeno al Parco dei Principi senza il brasiliano. E lo dimostra soprattutto il Real Madrid, che sopperisce alle illustri assenze (Kroos e Modric) con ciò che il Psg, ancora, non ha: la capacità di gestione. Mentre i padroni di casa sudano per attaccare, il Real non si scompone per difendersi, e ha Ronaldo, l'uomo della differenza, che al 6' della ripresa svetta su cross di Vazquez e segna il 12° gol in questa Champions, firmando ogni partita finora disputata. Non è un caso che per la decima stagione consecutiva i madrileni arrivino ai quarti, mentre i parigini non abbiano, nelle ultime sei edizioni, mai superato i quarti. Stavolta nemmeno gli ottavi: il casuale gol di Cavani al 26' della ripresa (successivo all'espulsione di Verratti) è tardivo e inutile, come renderà evidente il 2-1 finale di Casemiro. Con i soldi si comprano i giocatori, ma non i grandi allenatori (Emery si è sempre fermato agli ottavi) e nemmeno la mentalità che ormai vive nel Real Madrid, che elimina senza fatica quella che si proclamava come una delle pretendenti al suo trono. Nell'altro ottavo di finale, il Liverpool di Klopp amministra ad Anfield uno 0-0 che, in virtù del 5-0 dell'andata, condanna il Porto e vale l'accesso ai quarti. di Claudio Savelli

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