Luciano Moggi, la bomba sulla Nazionale: "Fabio Capello ct ideale, vi spiego perché si può fare"
È difficile in queste ore parlare e scrivere di calcio senza rivolgere un pensiero a Emiliano Mondonico, una persona splendida che conoscevo bene e con il quale avevo lavorato al Torino, raccogliendo grandi soddisfazioni ed entrando a modo nostro nella storia. L'immagine della finale di Coppa Uefa del 1992 persa immeritatamente contro l' Ajax (solo per la regola dei gol segnati in trasferta), è diventata leggendaria: Cravero in area viene tirato giù per la maglia da De Boer, è rigore ma l' arbitro sorvola e il Mondo reagisce alzando la sedia al cielo. Un gesto di protesta iconico, che io in quanto allora dirigente dei granata, ho vissuto a non più di due metri di distanza, mentre tentavo di calmare i giocatori e lo stesso mister: «Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti. È il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione. È un simbolo-Toro perché una sedia non è un fucile, è un' arma da osteria», ebbe a dire Emiliano. Ciao Mondo, ci mancherai, mancherà al calcio la tua capacità di anteporre a tutto l' importanza dei rapporti personali e l' acume con cui sapevi interpretare le cose, dal football alla vita. Nome di peso - A noi, che rimaniamo in questa valle di lacrime, non resta che rituffarci nel campionato, ormai appannaggio di Juve e Napoli, al termine di una sosta per le Nazionali che per la nostra disastrata Italia è stata quantomeno inutile. La sconfitta con l' Argentina e il pareggio in extremis rimediato con l' Inghilterra hanno dato zero indicazioni per il futuro, tranne per il fatto che Di Biagio al momento è molto lontano dal restare come ct, nonostante ce l' abbia messa tutta. Nel frattempo, ci sono apparse ingiustificate le critiche rivolte dai soloni al reparto avanzato; è vero, in due partite una sola rete e grazie a un penalty, tuttavia, da Immobile, a Belotti fino a Insigne, è dura riuscire a segnare quando il centrocampo che hai alle spalle non è propositivo, non è dinamico, non è insomma all' altezza della situazione, vuoi per motivi fisici, vuoi per la situazione in cui tutti badavano a non farsi male. Ma allora come uscire da questa impasse? Un nome ci sentiamo di suggerirlo noi: sarebbe poi così strano nominare ct Fabio Capello? Riteniamo che l' ormai ex mister del Jiangsu Suning, dimessosi e sul mercato (un caso?), sia perfetto. Chi scrive conosce molto bene Fabio, il lavoro fatto alla Juve è stato eccellente, tanto che, giusto per restare in tema di Nazionale, quella che ha vinto la Coppa del Mondo a Berlino era infarcita di bianconeri proprio da lui allenati, per non parlare della Francia: in totale, in finale fra le due squadre c' erano 8 juventini. Plenipotenziario - Capello ha il curriculum giusto per rilanciare questa frastornata Nazionale, ha la tempra, la statura internazionale e la competenza per essere un ottimo mister e un ottimo team manager, di se stesso e degli azzurri. Insomma, un plenipotenziario che avrebbe l' autorevolezza per ridare autostima a un gruppo che l' ha smarrita, colmare le lacune tecniche di una rosa oggettivamente inferiore ad altre superpotenze, e anche rimettere a posto dall' interno la Figc. Di sicuro c' è che domani Juve-Milan sarà uno snodo importante per il campionato, ma non ancora decisivo, mentre Gattuso, che ha rivitalizzato i rossoneri, punta a una vittoria di prestigio anche per brindare al promesso rinnovo. Allo Stadium torna Bonucci da grande ex, ma i suoi amici non saranno disposti a far sconti, anche perché il Napoli a Sassuolo non dovrebbe, sulla carta, incappare in grosse difficoltà. di Luciano Moggi