Serie A, una amara verità. Fabrizio Biasin: la lotta per il 1° posto non esiste
Abbiamo parlato per tutta l' estate di «anti-Juve». Qual è l'anti-Juve? Forse il Napoli? Magari l'Inter? Occhio alla Roma! E un sacco di altre balle buone per creare illusioni. L' anti-Juve non esiste, anzi, non è mai esistita. Chi pensava «dopo 7 scudetti di fila, anche solo per una questione statistica, qualcosa cambierà» si sbagliava: non solo non è cambiato nulla, ma il divario tra bianconeri e concorrenza è addirittura aumentato. Si possono fare mille ragionamenti sul «come» e sul «perché», ma noi puntiamo sulla variabile più semplice: Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese è sbarcato sul pianeta serie A e tutti quanti dicevamo: «In Italia farà fatica perché le nostre difese non sono mica come le altre». Ecco, erano balle anche queste. Ronaldo in Italia fa quello che ha fatto in Spagna e in Inghilterra e in Champions League, ovvero «quello che vuole». Non solo, la sua presenza ha di fatto aumentato la consapevolezza dei suoi compagni di squadra («oggi si vince, non ci sono alternative») ma anche quella della stragrande maggioranza dei suoi avversari («oggi si perde, non ci sono alternative»). Nella boxe lo chiamerebbero «ko tecnico». Leggi anche: Fassone, la rivelazione su CR7 al Milan Il resto lo fanno quelle che dovrebbero essere le avversarie per la lotta al titolo: se l' Inter dopo la scoppola di Bergamo si è ben ripresa e sta mettendo insieme il suo onesto campionato (la qualificazione alla Champions «senza sofferenze» è l' obiettivo dichiarato), il Napoli di Ancelotti è invece caduto negli antichi difetti «sarriani», ovvero nell' incapacità di conquistare tutti i punti «facili» (a ben guardare il vero grande segreto di Allegri). Si diceva: «Sarri alla lunga non può battere i giganti di Torino perché spreme troppo i suoi titolari», ora si dice «Ancelotti ha fatto troppo turnover» e, insomma, l' unica certezza è che competere con una squadra che non inciampa praticamente mai... è dannatamente difficile. C' è tempo, per carità, ma la classifica dà già le sue belle indicazioni. La lotta per il quarto posto, in particolare, sembra un duello tra le rivali di ieri, Lazio e Milan (con la Roma non ancora tagliata fuori, ma momentaneamente «brutta addormentata»). Ecco, i rossoneri: ieri la squadra di Gattuso, ridotta ai minimi termini dagli infortuni, era data come sicura «vittima sacrificale». E invece no: l' inedito 3-4-2-1 messo in campo dal tecnico calabrese ha retto con i muscoli e le motivazioni e, per un attimo, ha dato la sensazione di poter portare a casa il bottino pieno. Alla fine Suso e compagni si sono dovuti accontentare di un punto, ma la capacità del tecnico di trasmettere il suo carattere ai giocatori è la riprova che sta facendo un gran lavoro, alla faccia di chi lo ritiene «adatto fino a un certo punto». Ps. A Buenos Aires alla fine non si è giocato, la finale di Libertadores la vedremo più a vanti, quando non si sa. L' avevano definita «Finale dell' Apocalisse» e così è andata: questa è decisamente l' Apocalisse del calcio. di Fabrizio Biasin