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Gigio Donnarumma, i suoi numeri de fenomeno con cui ha zittito tutti i critici

Davide Locano
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Un anno fa, Gianluigi Donnarumma esultava dopo ogni grande parata. Era il suo modo per farsi forza, ma anche per dimostrare al mondo che l' ingaggio da sei milioni annui, richiesto con (troppa) forza al Milan e ottenuto nell' estate 2018, era meritato e di conseguenza le feroci critiche erano ingiustificate. Donnarumma ha combattuto contro una prigione dorata autoimposta troppo presto, con la responsabilità dei soldi che un ragazzo appena maggiorenne non può sopportare, eppure, gliene va dato atto, lo ha fatto alla luce del sole. Ha continuato a difendere la porta del Milan anche in tempo di crisi. Ha accettato la sofferenza, l' ha attraversata e ne è uscito fortificato, maturo prima del tempo. Dopo aver allargato la mano sul colpo di testa di Joao Pedro, domenica sera al Meazza, Donnarumma non ha esultato. Si è rialzato e ha osservato l' azione del Cagliari che sfumava, senza battere ciglio. Eccolo, il cambiamento: l' eccezionalità è diventata la normalità. Questa capacità è la linea di confine tra i portieri che fanno la storia del calcio e tutti gli altri, e Donnarumma l' ha varcata. Di più: se prima si serviva delle prodezze per dimostrare al mondo di essere davvero un predestinato, ora invece le mette a disposizione della squadra, che lo riconosce di conseguenza come leader. CLASSIFICA DI GARE Gigio ha vinto la battaglia contro la paura di non essere all' altezza delle aspettative che aveva incautamente contribuito a gonfiare. Ha fatto pace con se stesso, prima che con il suo pubblico, che al Meazza lo ha osannato per via dell' ennesima prestazione di livello della stagione, consapevole della coincidenza con il traguardo delle 150 presenze in rossonero. Così Donnarumma è diventato il quinto giocatore in attività per presenze nel Milan dopo Abate (301), Bonera (201), Montolivo (158), Bonaventura (152), al pari di Pato (150). Gigio non è più un "mercenario", semmai è un precoce simbolo del Milan se è vero che a nemmeno 20 anni è già nella top-10 dei portieri con più presenze nella storia del Milan, dopo Abbiati (380), Rossi (330), Dida (302), Lorenzo Buffon (300), Albertosi (233), Compiani (202), Cudicini (183), Rossetti (180) e Zorzan (176). Inoltre, ha raggiunto quota 150 prima di Paolo Maldini, primatista per apparizioni in rossonero con 901. Gigio sta quindi bruciando i tempi e di questo passo, a 40 anni, potrebbe superare lo storico capitano rossonero, ora dirigente, e varcare la soglia delle mille presenze, al netto delle tentazioni di mercato. Il rendimento di Donnarumma è cresciuto di pari passo a quello della difesa rossonera, che lo ha aiutato a blindare la porta. Un' abitudine, ormai: nelle ultime 11 giornate di campionato, Gigio ha incassato soltanto 5 gol e mai più di uno a partita, dunque per sei volte ha lasciato la porta intonsa. Otto, considerando i 2-0 in Coppa Italia, contro Napoli e Samp. Nelle 150 presenze totali, Donnarumma ha raccolto 156 volte il pallone dalla rete, poche in relazione ai numerosi problemi del Milan negli ultimi anni. SEMPRE IN ANTICIPO È giunta l' ora di dare a Donnarumma ciò che è di Donnarumma, ovvero il merito di aver rispettato le aspettative in anticipo sui tempi "umani": non ha nemmeno 20 anni, eppure è uno dei migliori portieri al mondo. È un riconoscimento anormale in relazione all' età, che aumenta nuovamente l' intensità dei riflettori su Donnarumma, protagonista sul palcoscenico del calcio oggi come allora, con una differenza: se prima dalla platea piovevano fischi (e finti dollari), ora si sentono soltanto applausi. di Claudio Savelli

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