Mauro Icardi, perché così l'Inter ha sbagliato tutto: il commento dopo il terremoto
Nel moderno football dei social, dei like, del «l' ho visto su Instagram» e dei selfie sfacciati da spogliatoio dopo ogni vittoria (orrore, un tempo era un posto sacro) c'è qualcosa di perverso che alla fine si trasforma in autogol. E quando succede - come è il caso Icardi - non ci resta altro che rimpiangere il pallone di una volta. Quello dei presidenti burberi, dei dirigenti paraculi e falsi, dell' omertà e dei «no comment». Già, perché non sempre la voglia di trasparenza e chiarezza risolve le situazioni più complicate, no. Ci sono momenti in cui è meglio sviare, far finta di nulla pubblicamente e nel frattempo agire con decisione e durezza nel privato. E l' Inter ce lo sta dimostrando per la millesima volta. Leggi anche: Inter, caso-Icardi: le parole di Spalletti Ciò che ha sbagliato il club nerazzurro non sono le decisioni drastiche prese nei confronti dell' argentino, ma le modalità. Decidi che il tuo capitano sta esagerando con la richiesta di rinnovo e non si impegna più come dovrebbe e che sua moglie nonché agente sta troppo in tv e che c' è bisogno di dare un segnale forte e bla bla bla? Bene, prima fai due paroline con la sua dolce metà e poi mandi il calciatore in tribuna e stai zitto. Non lo convochi e taci. E se qualcuno ti stressa chiedendo spiegazioni rispondi seccamente: «Questioni tecniche». Punto. Vecchi trucchi che hanno sempre risolto i problemi. Nell' era dei social, invece, guardate un po' che putiferio. L'Inter annuncia ogni decisione su Twitter ed è la fine: ognuno - l' ha fatto perfino Brozovic - dice la sua, ipotesi, veleni, cattiverie. Così si finisce con il perdere per sempre il giocatore più forte. Bella cazzata. di Alessandro Dell'Orto