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Atalanta frena, 1-1 con il Chievo a Bergamo. La Lazio travolge il Parma

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Maria Pezzi
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 Atalanta-Chievo - Passo falso dell'Atalanta che si fa fermare in casa da un combattivo Chievo sull'1-1. Ci ha messo del suo anche la sfortuna, viste le tante palle gol create ma va detto che non è stata la solita Atalanta brillante di gran parte della stagione, così come va detto che il Chievo ha saputo difendersi bene ma deve soprattutto ringraziare Sorrentino. Il portiere ha sfoggiato una prova super e ha protetto il punto. Crea e spreca l'Atalanta, ragiona, corre e segna il Chievo. E' la sintesi di un primo tempo combattuto dove la squadra di Gasperini (in tribuna per squalfica e sostituito da Gritti) ha dato l'impressione di essere troppo leziosa e di sottovalutare probabilmente l'avversario. Avvio soft poi prima palla gol al 16': Gomez riceve palla, la addomestica al limite dell'area di rigore e calcia, chiamando a un buon intervento Sorrentino. Brividi al 20': Giaccherini sbuca alle spalle dei difensori nerazzurri e, servito con un lancio millimetrico, entra in area e batte Gollini. Il guardalinee, però, alza la bandierina e con il supporto del Var Irrati annulla la rete. L'Atalanta inizia a serrare i ritmi. Al 24' su azione di contropiede Ilicic serve in area di rigore Zapata: la punta nerazzurra si defila e calcia verso il primo palo, colpendo solo l'esterno della rete. Sempre il colombiano protagonista due minuti dopo: l'attaccante, spalle alla porta, riceve la sfera, si gira e calcia con violenza: ottima respinta di Sorrentino. Al 30' Gosens rientra e serve sul primo palo Gomez: tiro da un paio di metri dalla porta difesa da Sorrentino, che col piede salva la propria porta. Nel momento migliore dell'Atalanta ecco arrivare a sorpresa il gol ospite. Lancio lungo dalle retrovie per Meggiorini, che brucia in velocità Djimsiti: l'attaccante arriva in porta e trova l'opposizione di Gollini. Poi la sfera va verso l'esterno dell'area e con una torsione l'ex Torino e Bari segna un gran gol. Prima del riposo si segnala un'altra occasione per gli orobici: sugli sviluppi del calcio di punizione, il pallone arriva sui piedi di De Roon: l'olandese calcia in porta da fuori, ma la sfera s'impenna e termina lontana dal bersaglio. Nella ripresa l'Atalanta torna ad attaccare a testa bassa ma rischia anche di prendere il secondo gol, come al 5' quando Jaroszynski spinge sulla sinistra, si accentra e calcia verso la porta difesa da Gollini: il pallone colpisce la parte superiore della rete. Gritti al 10' richiama Gosens per Gritti e la mossa quantomeno porta fortuna perché ecco arrivare il gol del pari. Freuler serve al limite dell'area Zapata che, spalle alla porta, col piattone manda in porta Ilicic: a tu per tu con Sorrentino lo sloveno non sbaglia. E' il momento di battere il ferro incandescente per gli orobici che premono senza sosta. Ci prova ancora Ilicic: lo sloveno riceve palla al limite dell'area di rigore e calcia a giro verso il secondo palo, trovando l'ottima risposta dell'esperto Sorrentino. E' un assedio ora. Al 22' pallone sul secondo palo per Masiello che, in posizione regolare a tre metri dalla porta difesa da Sorrentino, sbaglia incredibilmente il tiro. Finale incandescente. L'Atalanta tenta il tutto per tutto ed entra un'altra punta, Barrow, al posto di Masiello. Si erge sugli scudi però Sorrentino che para tutto il parabile e blocca il risultato sul pareggio. Lazio-Parma - Torna a vedere, sia pure a distanza, la zona-Champions la Lazio. Battuto e umiliato senza affanni un Parma rinunciatario e che ha pagato carissimo un avvio super dei locali e non ha potuto né saputo festeggiare la centesima panchina del tecnico D'Aversa. Non si è avvertita nei biancocelesti l'assenza dello squalificato Immobile, ben sostituito da Caceido ma soprattutto dal gioco di squadra con Correa in versione apriscatole per scardinare la difesa avversaria e la sopresa Luis Alberto, tornato goleador d'eccezone. Quattro gol nel primo tempo di marca laziale, rete della bandiera del Parma nella ripresa e partita che in pratica è durata 45'. Le prime battute già fanno capire che sarà un match a senso unico. E' solo il 1' quando Milinkovic-Savic si rende pericoloso con un tiro da fuori che viene bloccato da Sepe. Al 5' si vede Caceido. Bella giocata del centravanti ecuadoriano, che conclude dal limite dell'area con un ottimo sinistro. Pallone alto non di m llto. Il Parma non si vede, la Lazio non stacca il piede dall'acceleratore. Al 14' indecisione della difesa del Parma, ne approfittano Luis Alberto e Correa che seminano il panico nella retroguardia crociata che si salva in angolo. La pressione dei padroni di casa sfocia nel gol al 22': Milinkovic-Savic è bravissimo a trovare il corridoio giusto per servire Marusic, Dimarco cerca di contrastarlo, ma il diagonale vincente del montenegrino batte un incerto Sepe sul suo palo. Neanche il tempo di riprendersi ed arriva il colpo del ko. Per un fallo di mano di Iacoponi su cross di Lulic, è penalty per la Lazio. Dal dischetto va Luis Alberto che fa venire i brividi per la conclusione sfiorata da Sepe ma segna il gol del 2-0. E' un ritorno al gol in A dopo tanto tempo: l'ultima sua rete in campionato risaliva al2 settembre del 2018 cntro il Frosinone. I giochi si chiudono al 38'. Lunga e avvolgente azione dei biancocelesti, tutta di prima. Luis Alberto dà il la alla manovra che coinvolge anche Lulic, Caicedo e Correa, il quale restituisce a Luis Alberto, che da fuori area batte per la terza volta Sepe con un gran tiro. Gli emiliani crollano e la Lazio scivola sul burro. Prima del riposo arriva anche il quarto gol: Luis Alberto crossa dalla bandierina rasoterra, cercando Lulic: il bosniaco, da fuori area, la prende di collo e batte per la quarta volta Sepe. La ripresa offre poco: il Parma non ha energie, la Lazio affonda senza infierire. La girandola di sostituzioni non cambia il clichè di una gara che di fatto si era già chiusa con quel break in pochi minuti, quando dal 22' al 26' la Lazio ha segnato i due gol che hanno tramortito i ducali. Poche le azioni degne di nota. Al 29' Cataldi scende palla al piede, non trova alcuna resistenza, così avanza e si porta al limite dell'area del Parma. Il suo tiro però termina fuori di poco. Dopo la mezzora però ecco nuovi brividi. Prima viene espulso il tecnico D'Aversa per proteste, poi il Parma trova il gol della bandiera. Lo segna Sprocati, che era entrato al posto di Biabiany, sfruttando un erroraccio di Patric e battendo con un tiro a giro Strakosha.Il gol ha l'effetto quantomeno di vivacizzare il finale ma il risultato non cambia più anche se Correa quasi allo scadere ha fallito il quinto gol. Da segnalare solo la prova incolore di Gervinho che in quello stadio Olimpico che fu suo, quand'era alla Roma, ha deluso. L'ivoriano si è visto una volta sola, a 10' dalla fine, con un tiro peraltro debole, bloccato senza problemi da Strakosha. Empoli-Frosinone - Si ripresenta con un successo Andreazzoli sulla panchina di quell'Empoli che lo aveva esonerato per far posto a Iachini. Il cambio-bis di tecnico ha dato la scossa ai toscani che hanno vinto lo scontro salvezza col Frosinone. Poteva essere una vittoria meno sofferta se i padroni di casa avessero chiuso prima un match che hanno dominato per larghi tratti ma alla fine contano i tre punti e quelli sono arrivati. Partenza col freno a mano tirato da parte di entrambe le squadre, poi la gara si accende a partire dal quarto d'ora. E' l'Empoli a prendere la partita in mano: Farias si mette in proprio e apre il gas in zona centrale, giunto in area, il centravanti subisce il recupero di Paganini, che gli porta via il pallone con un intervento falloso. Massa fa cenno di proseguire ma il Var lo invita a rivedere le immagini. Passano minuti interminabili poi il dietro-front. E' rigore che Caputo realizza per il 13esimo centro stagionale. La reazione del Frosinone non arriva ed è sempre l'Empoli a dettare temi e ritmi di gioco. Al 26' sul velo di Farias Caputo circumnaviga Capuano e si presenta a tu per tu con Sportiello: destro troppo morbido del centravanti intercettato in due tempi dal portiere giallazzurro. Al 32' sinistro secco dal limite di Traorè su una respinta corta della linea ospite: il pallone sorvola non di molto il montante alto. Continua ad attaccare l'Empoli. Al 38' arriva il raddoppio. Lo segna Pajac, preferito a sorpresa a Pasqual sulla sinistra. Di Lorenzo scarica a rimorchio su Krunic, che apre a sinistra per Pajac. Mancino secco del croato che si deposita sotto al sette. Al 42' imbeccato ancora da Rade Krunic, sempre il croato va direttamente in porta da posizione defilata e scalda in guanti a Sportiello. Nel recupero altre due azioni da segnalare. Prima si sveglia il Frosinone: Ciofani spizza di testa il pallone, stop di petto e rovesciata nel cuore dell'area di Paganini, che spedisce alto di un soffio, poi Caputo resiste all'attacco di Goldaniga e tocca a rimorchio per Farias: sinistro a colpo sicuro del brasiliano, gran riflesso di Sportiello che evita il terzo gol. Si riparte e il Frosinone sembra avere nuova linfa. Al 2' volée di Chibsah che si era avventato su un campanile al limite dell'area toscana: soluzione bassa però, intercettata agevolmente da Dragowski. Al 4' ancora ospiti pericolosi con Paganini che cerca il palo più lontano con una torsione di testa ma la palla si perde oltre la linea di fondo. L'Empoli capisce che non c'è da scherzare troppo: la gara è saldamente in mano ma una piccola distrazione potrebbe farla riaprire. Sotto porta però i toscani continuano a sbagliare troppo, senza riuscire a chiudere il match. Capita anche al 12': lancio millimetrico di Traoré per Caputo, che si accentra e imbuca per Farias: da pochi passi, il brasiliano si divora il terzo gol con un destro che sorvola la traversa. Baroni prova a schierare una terza punta e richiama Chibsah per inserire Trotta. La mossa funziona e al 25' ecco il gol che riapre la gara. Sponda aerea di Ciano, destro di controbalzo di Ciofani sul quale si supera Dragowski, che nulla può sulla respinta di Valzania, che insacca il più agevole dei tap-in. Attimi di suspance per il solito ricorso al Var ma il gol viene convalidato. I ciociari prendono coraggio, l'Empoli entra in paura e il finale è vibrante e nervoso al tempo stesso, fioccano i cartellini ma il risultato non cambia e per i toscani sono tre punti d'oro.

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