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Charles Leclerc, la testimonianza sconvolgente di Riccardo Ceccarelli: "Cosa gli ho visto fare a 13 anni"

Davide Locano
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È l'uomo del momento, Charles Leclerc, il pilota Ferrari tradito dal motore nel gp del Bahrein. Una tragedia sportiva, quello sì, ma sul quel tracciato è ufficialmente nata una stella: Lewis Hamilton e soprattutto Sebastian Vettel, fino a che la sfortuna lo ha colpito, erano stati clamorosamente asfaltati da Charles. Dunque si indaga sul 22enne monegasco, predestinato del volante, e sul suo conto arrivano testimonianze importanti da Riccardo Ceccarelli, inventore di Formula Medicine, struttura nata nel 1993 che ha seguito diversi piloti di F1 nella loro crescita agonistica e sportiva. Interpellato da Repubblica, ricorda: "Charles mi fece impressione dal primo istante. Il papà lo aveva lasciato davanti alla nostra sede da solo. Ci dovemmo organizzare perché l'albergo accettasse un minorenne non accompagnato. Il suo manager Nicolas Todt che seguiva anche l'amico e idolo di Charles, Jules Bianchi, voleva che facessimo un profilo del ragazzo. Fu facilissimo. Vedemmo subito che aveva qualcosa di speciale: fiducia in sé stesso, personalità, intelligenza. Quando hai a che fare con un talento che ha qualcosa più degli altri, come è stato con Kubica, c'è poco da ottimizzare. Lui - continua Ceccarelli - le doti di un fuoriclasse sin da allora". Leggi anche: Leclerc, quel motore maledetto in Bahrein E ancora, ricorda quale fossa la sua unica "sporcatura, propria di un 13enne: sprecava troppa energia, non la controllava, guidando i kart. Nella voglia di combattere dissipava troppo. Lavorammo sull'economia delle forze mentali. Apprese in fretta. Già in F3 non faceva più errori di rabbia o frustrazione". E ancora, il dottore rivela quella che definisce la sua "forza unica": "Sa staccare il cervello dalle emozioni. Combatte con la mente pulita. Non è costruito, è così. Educato, gentile, rispettoso, umile, buono. Ma agonisticamente, dentro, un guerriero, killer gentiluomo, pilota perfetto", conclude Ceccarelli in un ritratto di Leclerc a dir poco esaltante.

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