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Milan, che delusione Leonardo piangina: trombette, arbitri e razzismo, ne ha sempre una buona

Giulio Bucchi
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Più che un Leonardo da Vinci, pare un Leonardo che Piange se Perde. Da calciatore, è vero, ricordava da vicino il genio toscano della pittura per le pennellate su punizione, il modo fenomenale con cui disegnava traiettorie e la classe cristallina con cui trasformava un passaggio o un palleggio in un' opera d' arte. Già da allenatore quel talento si era un po' offuscato e lui si era sentito enfant prodige bruciato troppo in fretta, genio incompreso e profeta respinto nella sua patria adottiva, su entrambe le sponde del Naviglio, ossia sulle panchine di Milan e Inter. Il ruolo da dirigente doveva (e dovrebbe) essere l' occasione del suo riscatto perché l' uomo, oltre ad avere gamba e piedi buoni, è anche in gamba: colto, intelligente, poliglotta, perfino ironico. Solo che, al mancato sopravvenire dei risultati, ha maturato un' attitudine che potremmo chiamare, alternativamente, tendenza a compiangersi, cultura della lamentela e ricerca costante di un capro espiatorio. Perché la responsabilità delle sconfitte del Milan, secondo Leonardo, è sempre di altri: mai la propria. E neppure dell' allenatore o dei calciatori. Ma, di volta in volta, del pubblico, dell' arbitro, del sistema, perfino degli organi dirigenti del calcio e del ministro dell' Interno. Manca solo che dia la colpa dei fallimenti del Diavolo al riscaldamento globale e Leonardo potrebbe travestirsi benissimo da una Greta Thunberg in versione calcistica e altrettanto rompiballe. ATTACCO A MAZZOLENI L' ultima "leonardata" riguarda l' eliminazione del Milan dalla Coppa Italia e il clima di odio razziale in cui si sarebbe svolta la partita. Secondo il dirigente rossonero, per via dei ripetuti buu contro i giocatori Bakayoko e Kessie da parte dei tifosi della Lazio, bisognava «sospendere definitivamente la partita» in quanto le nuove norme parlano chiaro, mentre l' arbitro Mazzoleni «ha tirato diritto, come se fosse stato l' unico a non sentire». La morale è che, se il Milan è stato eliminato, un po' la colpa è dei razzisti sugli spalti che fischiavano i neri e dell' "uomo nero", cioè il direttore di gara, che non ha fischiato la sospensione della partita. Ergo: quella semifinale andava fermata e rigiocata, offrendo così al Milan la possibilità di vincerla. Ma solo per ragioni di contrasto alla xenofobia, s' intende... A rispondere per le rime a Leonardo ci ha pensato uno che ha lingua altrettanto pungente e schietta; un ministro e un tifoso rossonero come Matteo Salvini che, dopo la prestazione contro la Lazio, aveva dichiarato di aver provato «vergogna». E che ora, in questa doppia veste, ricorda a Leonardo che «i cori di qualche imbecille non vengono fermati con la sospensione delle partite, ma dal 99% dei tifosi che sono educati e rispettosi»; e gli fa presente quanto sia «bizzarro che un dirigente di una squadra prestigiosa come il Milan si attacchi alla sospensione delle partite e faccia polemiche con gli arbitri». Usando il razzismo quasi a pretesto per giustificare il flop sportivo. Leonardo d' altronde non è nuovo a queste esternazioni, derubricabili sotto la categoria "tentativi di aggrapparsi agli specchi". IL VAR DEL BON TON All' indomani dell' eliminazione del Milan dall' Europa League, per via della sconfitta 3-1 contro l' Olympiacos, il dirigente milanista si era cimentato in un pianto greco, addossando la responsabilità all' arbitro e al tifo avversario: ossia alle sviste del direttore di gara che non avrebbe visto un fallo di mano dei greci e avrebbe assegnato contro il Milan un «rigore inesistente»; e al «rumore fastidioso» delle trombette da stadio, per il quale «l' arbitro doveva fermare la partita e chiedere di smettere». Fosse per Leonardo, insomma, le partite andrebbero continuamente interrotte, o addirittura sospese, per un coro cretino, un fischio di troppo, un eccesso di tifo, ovviamente nel caso in cui il Milan stia perdendo. Allora ci vorrebbe il Var del bon ton, la moviola in campo, per rivedere quelle gravi scorrettezze e decidere che sì, la partita deve essere rinviata, almeno finché il Milan non riuscirà a vincerla... Intanto Leonardo piange e si consola piangendo. Ma lo preferivamo quando giocava e aveva la faccia Gioconda. di Gianluca Veneziani

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