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Antonio Conte all'Inter, Biasin: "Educazione, rispetto e linea dura. E Oriali dovrà proteggerlo"

Giulio Bucchi
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E venne il giorno. E venne il giorno è il titolo di un brutto film (regia di M. Night Shyamalan, 2008) ma è anche un buon modo per mettere il punto alla questione Conte. Per un anno abbiamo parlato dell'«ombra di Conte», ovvero dell' incubo dei vari Gattuso, Spalletti, persino Allegri, costretti a sentirsi dire «oh, lavora bene, altrimenti arriva "l' ombra di Conte"...». Tipo lupo cattivo, insomma. Ebbene, da ieri mattina all' alba, Antonio Conte è ufficialmente il tecnico dell' Fc Internazionale. Lo ha annunciato il club in modo assai elegante, ovvero con la pubblicazione di un bel fotone, ma anche con un lussuosissimo video in cui l' ex commissario tecnico dice cose assai arrapanti come: «Ora tocca a me». La «ciccia» però arriva nel corso della giornata. Insieme al presidente Steven Zhang, il tecnico registra un' intervista alla BBC e dice: «Icardi? Valuteremo tutte le situazioni e prenderemo le migliori decisioni per il club» (tradotto, i due presto si parleranno...). E poi: «Lukaku? Non c' è stato nessun incontro, dovete parlarne con il direttore sportivo così come per Sanchez. Abbiamo un piano, dobbiamo migliorare la squadra e saranno importanti i giocatori, ma altrettanto importante è il progetto e l' ambizione per ridurre il gap» (tradotto, arriveranno i Godin, i Barella, probabilmente gli Dzeko, per il resto bisognerà attendere, considerando anche il fatto che entro giugno il club - come molti altri - dovrà far tornare i conti per la solita questione legata al fairplay finanziario). "Vivo per vincere" - E ancora, alle tv italiane: «So di portare aspettative per quello che ho fatto in passato, per la mia storia, per le mie vittorie, lo so, ma anche io ho aspettative molto alte. Io vivo per il mio lavoro. Vivo per vincere» (tradotto, non sono qui a fare flanella). E, infine, intercettato a Madrid dove questa sera assisterà alla finale di Champions insieme a tutto il cucuzzaro nerazzurro (il presidente Zhang, gli ad Marotta e Antonello, il ds Ausilio e Baccin): «La mia Inter sarà regolare e forte» (tradotto, basta con la storia della «Pazza Inter» che è divertente, ma soprattutto per gli avversari). E veniamo al punto. Il punto è che l' Inter ha scelto di non nascondersi più, con Conte il «piazzamento» non sarà più ritenuto obiettivo gradito, si proverà a dar fastidio a chi comanda da ormai otto anni (la Juve), nella consapevolezza che la vittoria non deve essere «obbligo», ma «competere fino all' ultimo» beh, quello sì. Per farlo Antonio Conte verrà messo nelle migliori condizioni. Presto verrà virtualmente raggiunto ad Appiano Gentile da Lele Oriali, già fidato «socio» ai tempi dell' Europeo 2016 e prossimo al ritorno in nerazzurro (formalizzazione dell' accordo dopo gli impegni della Nazionale: l' 8 giugno Grecia-Italia e l' 11 Italia-Bosnia). Ancora Conte, giustamente loquace nel «suo» giorno: «Che cosa mi ha convinto? Il progetto, la serietà, l' ambizione, la storia di questa società. Stiamo parlando di un top club, uno dei migliori al mondo. La voglia di tornare insieme a primeggiare, a portare l' Inter nel posto dove merita». E sul giocatore "ideale": «Servono disponibilità a lavorare, entusiasmo, passione, cuore e senso di appartenenza. Ci dobbiamo porre dei grandi obiettivi». Spalletti saluta - I tifosi ascoltano e son felici, altri, «spaventati» dal passato bianconero, preferiscono temporeggiare al grido di «vedremo». Già, vedremo, in fondo siamo solo a giugno e la quantità di balle di mercato ha già raggiunto livelli siderali. Cose più concrete? Il saluto di Luciano Spalletti, via Instagram: «Non è vero che spesso sono stato l' unico a metterci la faccia, perché voi ci siete sempre stati! Tifosi forti... destini forti». di Fabrizio Biasin

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