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Massimiliano Allegri, Spalletti, Gattuso: i disoccupati d'autore gufano le panchine d'oro

Giulio Bucchi
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Nel vortice ancora confuso e confondente del calciomercato, nel caos dei nomi quotidianamente affibbiati a chiunque, almeno una certezza: tutti i posti in panchina per la Serie A 2019/20 e nelle principali piazze europee sono occupati. Solo posti in piedi, alle spalle delle suddette panchine, e chissà con quale coefficiente di gufaggio, mors tua vita mea, logica accettata da pressoché tutti gli allenatori che conoscono bene il loro mestiere. Solo che a questo giro, in attesa, c' è un gruppo di gente davvero importante, e forse non poteva che essere così considerando che la contemporaneità del cambio alla guida tecnica da parte di Juventus, Inter, Milan e Roma è evento che ha dell' epocale: colpisce però che nessuno dei tecnici uscenti delle quattro big del nostro campionato abbia lasciato per andare da un' altra parte, oppure abbia ricevuto l' offerta giusta una volta diventato pubblico il divorzio dalla società precedente. I subentranti - Ecco allora la pattuglia guidata dal pluricampione d' Italia Massimiliano Allegri e formata da Luciano Spalletti, Rino Gattuso, Claudio Ranieri: e se rimaniamo in campo italico, mettiamoci pure i nomi di due ex c.t. della Nazionale azzurra, Roberto Donadoni e Cesare Prandelli; e se scavalliamo la frontiera, incontriamo l' inconfondibile figura di José Mourinho, in compagnia di uno dei suoi grandi rivali, Arséne Wenger. Infine, sempre dalle altre leghe, mettiamoci pure Laurent Blanc, Claude Puel e il vecchio cuore giallorosso Rudi Garcia. Mica male davvero. Nomi, curriculum e corrispondenti onorari che, fatta eccezione per Donadoni e Prandelli, non possono essere nelle disponibilità di club medio-piccoli, in genere i primi a caccia di rimedi da panca quando le cose cominciano a mettersi male in classifica. Per loro, comunque, ci sono anche su piazza autentici specialisti del mestiere del subentrante come Giuseppe Iachini e Davide Ballardini, senza dimenticare uno come Stefano Pioli, che ha pagato ben oltre i propri demeriti in una Fiorentina già in clima "rompete le righe". Per rivedere presto in azione gli altri, invece, serve insomma il botto, il flop con la effe maiuscola, la crisi che non ti aspettavi. E lì, verrebbe messo alla prova il "teorema dell' anno sabbatico", spesso evocato dai top mister reduci da qualche ciclo importante e impegnativo. Quest' anno, per esempio, è stato proprio Allegri ad annunciare che sarebbe andato in pausa dopo il suo allontanamento dalla Juventus (che dite? «Separazione consensuale»? No, dai... ) aspettando di ricominciare da una grandissima piazza è dall' inizio della stagione. Le tentazioni - E se per caso qualcosa si rompesse in zona Madrid, o Barcellona, o Manchester, il Gran Livornese terrebbe fede ai principi manifestati qualche mese prima? In Italia, certo, sarebbe ben più facile essere coerenti, perché forse solo l' Inter potrebbe assicurare contratto e forze soddisfacenti per gli standard dell' ex tecnico bianconero: ma oggi come oggi, con Conte appena insediato e forte di un accordo lungo e ricco, siamo alla fantascienza pura, così come in linea teorica in qualsiasi altro club. A inizio luglio ognuno è convinto di avere affidato la macchina al pilota giusto, comincia un ciclo, anzi, un "progetto", la parola magica. Nel frattempo, nei circoli i del Fantacalcio, si comincia timidamente a dibattere e quindi scommettere sull' inevitabile primo esonero: e questa volta, vista la platea in attesa, si può sparare grosso. di Davide Gondola

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