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Serie A, tanta voglia di campionato. Assalto agli stadi italiani: abbonamenti da "record"

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Cristina Agostini
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Passando in rassegna le notizie sugli abbonamenti per l' imminente serie A, suonerà come un ritornello la parola "record". Più o meno ovunque, le tessere stagionali per lo stadio stanno toccando numeri eccezionali, soprattutto in relazione all' idea per cui la serie A è decadente, come lo sono molti dei suoi stadi. In realtà le presenze sono in aumento: l' ultima stagione ha infatti registrato un' affluenza media di 25.068 persone a partita, la più alta dagli ultimi dieci anni. L' impressione è che ci sia sempre più voglia di vedere il calcio italiano non tanto nei fedelissimi, quanto negli appassionati che si erano allontanati. Il dominio della Juventus, per paradosso, sembra aver rinforzato l' attaccamento degli altri tifosi, come se le difficoltà fossero un richiamo più forte delle vittorie. L' Inter ne è la dimostrazione più evidente: anche quest' anno ha registrato il record (40mila tessere), ed è destinata a confermarsi come la più seguita: lunedì, per l' esordio con il Lecce, ne attende 65mila. Ma anche il Milan certifica la teoria: non è in Europa, non ha condotto un mercato di grido, eppure ha raccolto 30mila abbonati. MILANO SUPER - Si dirà che Milano è Milano, più gente, più soldi, più abbonamenti, ma la verità è che conta la passione. Altrimenti non si spiegano i quasi 18mila al seguito del Lecce neopromosso. I record sono nell' aria anche perché la A, per la gioia di Lotito, ha ritrovato grandi piazze, storicamente legate al calcio, come appunto Lecce, ma anche Verona (l' Hellas, al posto del meno seguito Chievo), e Brescia (già oltre 10mila, ma Cellino ha riaperto la campagna per cavalcare l' onda-Balotelli), dopo il Parma e la Spal, che intanto si sono consolidate in A (entrambe sui 9.500). In più, crescono le ambizioni della borghesia: l' Atalanta è ormai grande, deve solo convivere con i lavori per il nuovo stadio (ecco perché 8.700 tessere), mentre club come il Bologna, il Cagliari e il Torino stanno convincendo i tifosi con progetti seri, e i tifosi stessi hanno imparato ad avere pazienza. La Juventus fa storia a sé: visto che è impossibile aumentare i posti allo Stadium (né andare oltre la soglia di 27.700 per vendere qualche biglietto singolo in più) si è dovuto gonfiare il listino prezzi. Ma la Juve ha dato anche una visibilità nuova al campionato: è indubbio che l' arrivo di Cristiano Ronaldo abbia dato una scossa e coinvolto qualche neutrale in più. Le altre società hanno il merito di aver alimentato l' effetto cercando grandi giocatori: l' ultimo esempio è Ribery, con cui Commisso ha rispolverato l' entusiasmo di Firenze. E infatti la Fiorentina ha superato le 20mila tessere. È forse ciò che dovrebbe fare De Laurentiis a Napoli, oltre ad una comunicazione più efficace, per tamponare il problema San Paolo: 9mila abbonamenti, per una squadra da scudetto, sono pochi, l' eccezione che conferma la regola. LA ROMA CALA - L' altro dato negativo è quello della Roma, ferma a 18.400, 5mila in meno dell' anno scorso, ma d' altronde è il dazio per il brusco saluto a Totti e De Rossi. Non solo i giocatori: sempre più squadre si appellano ad allenatori capaci di coinvolgere a prescindere dai risultati: così il Sassuolo, con De Zerbi, sta creando una piccola fan-base (quasi 7mila tessere, meno di tutti ma non poche per una società-oasi), così riparte il Genoa con Andreazzoli, e la Samp con Di Francesco. Ma anche la Juve con Sarri, l' Inter con Conte, la Roma con Fonseca, oltre ai soliti noti. Se il prodotto è di qualità, aumenta l' interesse. Ora vale anche per la serie A. di Claudio Savelli

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