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Inter, Mauro Icardi ha rotto: quanti capricci. Rifiuta il Napoli e resta in attesa della Juve

Cristina Agostini
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Sei mesi dopo lo scoppio della demenziale crisi con l'Inter, siamo al punto di partenza. Mauro Icardi è ancora lì, immobile come una cariatide a sostenere il peso della propria posizione. «Voglio restare all' Inter» è il solo e unico verbo che il bomber ha fatto trapelare da quando Marotta lo ha ufficialmente silurato e spedito ad allenarsi da solo alla Pinetina, mentre gli venivano proposte nuove sistemazioni per chiudere la questione. Ma niente da fare, "picche" è sempre stata la sua risposta, potrebbe tatuarsene un asso in uno dei pochi spazi di pelle liberi rimasti, tanto che quanto segue potrebbe non essere fantascienza: alla fine Icardi rimarrà all' Inter quest' anno ed il prossimo (quando scadrà il contratto) senza giocare quasi mai, guadagnerà 10 milioni per andare ad allenarsi e, oltre al cantiere della nuova casa milanese con vista sulla sede dell' Inter, si occuperà magari di mettere in cantiere il terzo figlio/a con Wanda (che già ne ha tre da Maxi Lopez). È uno scenario di quelli sul tavolo, posto che l' alternativa indicata da Icardi è solo una, si chiama Juventus e gli offre un quinquennale da 8 milioni più bonus. Niente Napoli, rifiutato anche ieri (ma per altri due/tre giorni i partenopei sono disposti ad aspettare un ripensamento). Marotta lo spingerebbe volentieri da De Laurentiis, perché eviterebbe di darlo alla Juve e incasserebbe almeno 60 milioni. L' ex braccio destro Paratici, al contrario, punta portare in bianconero il bomber a prezzo di saldo negli ultimi giorni di mercato, cosa che ai nerazzurri non va per niente giù: e, a quel punto, lo scenario di tenersi il Lucignolo in casa con la possibilità di riabilitarlo a suon di lavate di capo sarebbe il male più accettabile. CHE NUMERI - Il punto è che adesso si gioca a una sola porta, quella di Icardi, e che la palla ce l' ha lui fra i piedi, rischiando di segnare un clamoroso autogol. A 26 anni, è nel pieno della maturità sportiva e deve decidersi che, essendo un ottimo calciatore, deve giocare a calcio, deve fare il suo lavoro. Scenda a compromessi con se stesso (chi non lo fa?) ed eviti di sprecare il talento innato e gli anni di sacrificio che ha impiegato per costruirsi. Il dispetto ormai lo sta facendo solo a se stesso. Non è questione di "essere uomo", né dimostrare di non essere lo zerbino della moglie-agente: Icardi è un calciatore, faccia il calciatore. Nella pagina Wikipedia di Mauro spicca una sintetica quanto emblematica riga, che cristallizza perfettamente cosa rappresenti l' Icardi calciatore: «Tra club, nazionale maggiore e nazionali giovanili, ha totalizzato globalmente 265 presenze segnando 139 reti, alla media di 0,53 gol a partita». In soldoni (tanto per cambiare argomento...) significa che se Mauro non segna questa domenica, segnerà la prossima. Non si scappa. Nel marzo 2018, con quattro reti infilate alla Samp (la sua ex squadra prima di approdare all' Inter), è stato il più giovane a tagliare il traguardo dei 100 gol in Serie A dopo mezzo secolo suonato: prima di lui soltanto Meazza, Piola, Boniperti, Felice Borel e - ultimo in ordine di tempo - José Altafini, nel 1963. Ad oggi, il computo recita: 221 partite in serie A, 122 reti segnate. Insomma, l' argentino avrebbe le carte in regola per asprirare a un futuro fra i grandissimi, eppure la parabola trash che ha preso la sua carriera rischia di trasformare rapidamente la tessera di un così elitario club in una card buona appena per fare la spesa al supermercato. di Tommaso Lorenzini

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