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Milan, i dubbi di Zvonimir Boban sul mercato: cosa c'è dietro davvero alle sue pesantissime parole

Stefano Boffa
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Il Milan è una squadra giovane, forse troppo. Dopo aver realizzato che il Milan è la squadra con l'età media più bassa di tutta la Serie A, dalle parti di via Aldo Rossi sta facendo capolino un brutto sospetto: forse, con l'opera di ringiovanimento della rosa è stata calcata un po' troppo la mano. Certo, questa era la strategia prevista dal gruppo Elliott, che non a caso aveva assunto Ivan Gazidis in qualità sia di amministratore delegato che di direttore generale proprio per questo scopo, ma la paura che per diventare grandi ci voglia più tempo di quanto preventivato sta diventando sempre più tangibile. Il primo a paventare questo timore è il Chief Football Officer rossonero Zvonimir Boban. Il dirigente croato valutò così il mercato svolto insieme ai colleghi Paolo Maldini e Frederic Massara al momento del gong: "Bene i giovani, ma forse qualche elemento esperto dovevamo prenderlo". Insomma, una mezza ammissione di colpevolezza che ha fatto parecchio rumore in casa Milan. L'obiettivo dichiarato è la qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo per cui è stata sacrificata la partecipazione all'Europa League di quest'anno (anche per rimettere a posto i conti), ma la sensazione è che le rivali, in questo momento, siano più competitive rispetto ai rossoneri per ambire a questo traguardo. Probabilmente ha influenzato il giudizio di Boban anche il mancato arrivo del fantasista argentino dell'Atletico Madrid Ángel Correa, su cui la dirigenza aveva concentrato la maggior parte delle energie, per poi ripiegare al fotofinish sul nazionale croato Ante Rebic quando l'operazione per l'acquisizione del colchonero si era complicata in maniera irrimediabile. Leggi anche: Zvonimir Boban e il mercato del Milan: "Bene i giovani, ma..." A fare eco alla vecchia gloria rossonera è stato lo stesso tecnico del Diavolo Marco Giampaolo. L'ex allenatore della Sampdoria, alla sua prima esperienza in un grande club e considerato l'ideale per la crescita e la maturazione di giovani talenti, ha chiesto ulteriore tempo per creare l'amalgama, essenziale per far accrescere la competitività della squadra, ma l'età media troppo bassa rischia di far giocare brutti scherzi in fatto di continuità di risultati in una stagione dove sono previste almeno 38 gare di campionato. In più, a complicare la situazione, ci hanno pensato l'infortunio occorso a Theo Hernández nel precampionato, l'arrivo in ritardo in gruppo di Ismaël Bennacer a causa degli impegni in Coppa d'Africa, la scarsa vena realizzativa di Krzysztof Piątek in questo avvio di stagione e le incertezze legate a giocatori come Rade Krunic, Rafael Leão e Léo Duarte che non sembrano dare ancora garanzie. 

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