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Addio a Marieke Vervoort, oro paralimpico a Londra 2012. Aveva 40 anni

Stefano Boffa
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Si è spenta all'età di 40 anni la campionessa paralimpica belga Marieke Vervoort. L'atleta è morta di eutanasia, la quale è legale in Belgio e di cui aveva firmato i documenti per accedervi già nel 2008. La Vervoort soffriva di una malattia muscolare degenerativa sin dall'età di 14 anni, la quale le causava dolore costante, paralisi alle gambe e, negli ultimi tempi, anche attacchi epilettici che le impedivano persino di dormire la notte. Grande sportiva e specialista della corsa in carrozzina, nelle Paralimpiadi di Londra 2012 ha vinto una medaglia d'oro nei 100 metri T52 e un argento nei 200 metri T52, mentre in quelle di Rio 2016 ha portato a casa l'argento nei 400 metri T51/52 e il bronzo nei 100 metri T51/52. Leggi anche: Olimpiadi, un sogno disperato. "Vinco i giochi, poi mi uccido": la scelta straziante di Marieke Già dalle Olimpiadi brasiliane le sue condizioni di salute erano peggiorate, per questo la Vervoort approfittò dell'occasione per annunciare il ritiro dall'attività agonistica e l'imminente eutanasia: "Mi sto ancora godendo ogni piccolo momento. Quando avrò più giorni brutti che buoni, allora ho già i miei documenti di eutanasia, ma il tempo non è ancora arrivato". Proprio l'accesso alla morte legale assistita tramite i dovuti documenti, aveva dato ancora più forza all'atleta belga di proseguire nell'attività agonistica finché il fisico glielo avrebbe consentito: "Dà una sensazione di riposo alle persone. Se non avessi ottenuto quei documenti penso che mi sarei già suicidata, perché è molto difficile vivere con così tanto dolore e sofferenza e questa insicurezza. So che quando sarà abbastanza per me, ho quei documenti". La fine di una vita straziante vissuta comunque al meglio delle sue possibilità. Una storia che sarà destinata far discutere. 

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