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Inter, una vittoria di cuore: Verona rimontato e battuto. Barella, magia da tre punti

Davide Locano
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La sfuriata di Conte post Dortmund probabilmente non sarà piaciuta in società, ma di certo ha scosso la squadra. Nel giro di tre giorni la parola rimonta torna ad avere un dolce sapore per l'Inter. Che ribalta il Verona nella ripresa e si riprende la vetta della classifica, almeno per una notte, nell'attesa di un possibile favore dei cugini contro la Juve domenica sera. Verre su rigore causato da Handanovic e un Hellas ben organizzato nel primo tempo fanno vedere le streghe ai nerazzurri, che nei secondi 45 minuti tuttavia salgono tuttavia di tono e di ritmo, di grinta e carattere. E confezionano l'uno-due grazie a due centrocampisti di qualità e sostanza, Vecino e Barella. Conte vuole un uomo in più là in mezzo per gennaio, ma il materiale di cui già dispone attualmente è più che pregiato. E la serata sulle montagne russe di San Siro è servita per ricordarlo. La sorpresa iniziale sta in panchina, dove fa capolino Sensi nonostante il forfait annunciato inizialmente alla vigilia. Per il resto tutto come da pronostico: Lazaro agisce a destra, Biraghi sul fronte opposto. Dietro Bastoni fa rifiatare Godin, davanti Conte fa di necessità virtù e si presenta con la coppia Lautaro-Martinez, visto il solo Esposito come potenziale alternativa. Juric sostituisce Miguel Veloso con Pessina e Kumbulla con Gunter. Davanti fiducia a Salcedo, giocatore di proprietà proprio dei nerazzurri, dopo il gol contro il Brescia. L'Inter parte forte ma il Verona, forte dei due successi consecutivi, gioca senza paura al cospetto degli oltre 65mila di San Siro. E' in particolare sull'out sinistro che l'Hellas da l'impressione di poter sfondare. Così come sulle folate di Salcedo, che fa tremare fin dai primi minuti la retroguardia nerazzurra. Dopo la disfatta di Dortmund l'approccio dei padroni di casa è garibaldino, forse anche troppo. Se davanti l'Inter è subito pericolosa con Biraghi e Lautaro (seppur in fuorigioco), dietro l'Hellas gode di spazi, in particolare sulle corsie esterne, inusuali per una squadra di Conte. Ed è proprio in una di queste ripartenze che la partita cambia volto. In quattro mosse lo scacco matto di Juric è servito: da Empereur che avvia l'azione a Zaccagni – servito da Lazovic - che cade a terra in area, sgambettato da un leggero tocco di Handanovic, che prova a frenare subito dopo aver combinato la frittata. Dagli undici metri lo sloveno non rimedia all'errore e Verre gela San Siro. La reazione dell'Inter è immediata, veemente e rabbiosa. Sulla falsariga del suo condottiero in panchina. La linea maginot dell'Hellas vacilla ma non crolla, complice l'eccellente prova dei difensori ospiti e un attacco nerazzurro troppo sbiadito. Lukaku ha per due volte sui piedi la palla dell'1-1 ma spreca, prima a botta sicura su invito di Biraghi poi con un diagonale chirurgico a lato di un niente. Quando riesce ad aggirare il muro Hellas, ll'Inter poi trova Silvestri sulla sua strada: ne sa qualcosa Vecino, che si vede respingere miracolosamente sulla linea dal portiere una conclusione che gridava al gol. Nella ripresa il forcing dei padroni di casa se possibile è ancora più incalzante: a differenza del primo tempo infatti gli scaligeri non riescono più a uscire dalla loro tana. Che, per quanto tenga, alla fine viene bucata dai nerazzurri: Bastoni cambia gioco per Lazaro, che crossa in mezzo per Vecino che punisce questa volta Silvestri con un colpo di testa in terzo tempo che non lascia scampo all'estremo difensore. L'Inter sente aria di rimonta, Candreva – entrato per Biraghi – dà una marcia in più al forcing degli uomini di Conte. Bastoni trova la respinta di Silvestri, Lukaku, servito da uno sciagurato campanile all'indietro di Amrabat, spreca malamente di testa con un pallonetto che finisce tra le braccia del portiere. Serve l'invenzione di un singolo e a tirare fuori il coniglio dal cilindro è Barella, fin lì tra i più in ombra. L'ex Cagliari prende palla dall'out sinistro, converge verso il centro e fa partire una conclusione a giro che fa esplodere San Siro. Il Verona è al tappeto, l'Inter riparte: la sfida alla Juve continua. di Alberto Zanello (LaPresse)

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