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Il Vaticano alle Olimpiadi? La Santa Sede ci crede e punta all'ingresso in cinque sport

Gabriele Galluccio
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Nel mondo ci sono 25 microstati, ma solo uno non fa parte del Comitato Olimpico Internazionale. Si tratta del Vaticano, che ha avviato la procedura per entrare a far parte della grande famiglia dello sport mondiale. Lo dice l'edizione del 29 dicembre del Corriere della Sera, che a riguardo ha parlato con Melchor Sanchez de Toca, sottosegretario del Consiglio Pontificio per la Cultura. “Abbiamo messo in cantiere un sogno - ha spiegato a Marco Bonarrigo - i rapporti col Cio sono ottimi, ma una nazione può essere accettata solo quando si presenta con cinque discipline sportive affiliate ed altrettante federazioni internazionali. Per uno Stato piccolo e poco polposo come il nostro arrivarci sarà una maratona”. Per approfondire leggi anche: In Vaticano arriva il presepe moderno L'unica attività pontificia in campo sportivo risale al torneo di calcio dei dipendenti della Santa Sede, risalente a 50 anni fa. Il Vaticano sta preparando l'ingresso nella federazione internazionale di atletica leggera, poi “potremmo puntare su judo e taekwondo - ha dichiarato Sanchez de Toca - molto amati anche dalle guardie svizzere, e sugli sport invernali che raccolgono proseliti sia tra il personale laico che tra i religiosi. L'aiuto del Coni e delle federazioni italiana sarà prezioso: in Vaticano non abbiamo strutture ed esperienza”. Il Vaticano ci tiene a precisare che non vuole puntare a medaglie e nemmeno a diventare un fenomeno folcloristico, ma semplicemente vuole portare sul campo i propri valori: “Lo sport sta cambiando - ha spiegato Sanchez de Toca - è sempre più un momento di aggregazione. La competizione serve a eliminare barriere economiche e sociali e tra abilità e presunte disabilità”.

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