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Coronavirus, quanti sogni sportivi possono sfumare per il blocco totale dovuto all'emergenza

Claudio Savelli
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Pippo Inzaghi lo ha fatto notare a denti stretti che «il Benevento, di fatto, è in A da febbraio». E pur avendo premesso che l'emergenza sanitaria è l'unico argomento degno di nota, ha attirato l'ira funesta di Demetrio Albertini: «L'ignoranza sceglie sempre le parole sbagliate» , ha scritto quest'ultimo. Figuriamoci: non poteva davvero permettersi di più, Pippo. Ha forse sbagliato la tempistica e i modi, ma sul piano sportivo si fa fatica a dargli torto: non dovessero ripartire i campionati, prevale la teoria del congelamento delle retrocessioni e promozioni e, in tal caso, la prima beffata sarebbe il suo Benevento.

La squadra di Inzaghi stava infatti accatastando record in cadetteria: 69 punti in 28 giornate, 20 in più del Crotone secondo, 22 sul Frosinone terzo. Ne mancano solo 8 in 10 partite per la matematica promozione. Sarebbe corretto promuovere in ogni caso il Benevento per manifesta superiorità? Probabilmente sì, ma poi chi lo dice a Cellino, presidente del Brescia attualmente ultimo in A, che tocca alla sua squadra - e solo alla sua - retrocedere d'ufficio? Cellino - forse non per caso - è il portavoce di chi non vorrebbe ricominciare a giocare, l'unico a minacciare uno sciopero.

Il dilemma si ripete in C, dove il Monza di Berlusconi (+16 sulla Carrarese) ma anche la Reggina (+9 sul Bari di De Laurentiis, che tanto spinge per ripartire) avevano ormai in fresco le bottiglie. Di certo la vittoria pura è più facile da gestire rispetto alla promozione, infatti in Premier nessuno si opporrebbe alla premiazione del Liverpool, dominatore con 25 punti sul City e 6 mancanti per l'aritmetica. «Dobbiamo essere leali e consegnare ai Reds il trofeo», ha dichiarato Gundogan, centrocampista dei rivali. Per Klopp il danno sembra escluso, ma la beffa è praticamente una certezza: il Liverpool non potrà festeggiare a dovere il trionfo inseguito per 30 anni. Potrebbero fare lo stesso ragionamento in Francia, dove il Psg è a +12 sul Marsiglia, con una partita in meno. Ma ora nessuno si azzarda: il Belgio, che ha annunciato la sospensione del campionato e la consegna del titolo al Bruges (+15 sul Gent), rischia una sospensione Uefa.

 

 

Per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista, gli altri grandi campionati sono in bilico, quindi niente possibili beffe: assegnare il titolo d'ufficio in Liga (Barça a +2 sul Real) e Bundesliga (+4 del Bayern sul Dortmund) è impossibile per decenza sportiva. In Italia stessa storia, al punto che per prima la Juve non gradirebbe lo scudetto d' ufficio: nella peggiore delle ipotesi, sostiene Agnelli, che non venga assegnato.

Ma la Lazio non è d'accordo e continua a ripeterlo, spinta dal destino comune degli Inzaghi. In caso di sospensione, Simone non masticherebbe amaro quanto il fratello Pippo perché non è primo, ma condividerebbe il fastidio. Non solo calcio: tra il rugby italiano che si ferma e la pallavolo (combattuta tra Civitanova, Modena e Perugia) che prende tempo, c'è il basket che attende il Governo per evitare proteste, soprattutto della Virtus Bologna. La fenice della pallacanestro si stava avviando verso lo scudetto, 19 anni dopo l' ultima volta. Gradirebbe terminare, ma è andata a vuoto la proposta dell' ad, Luca Baraldi, di continuare in estate: si riprenda entro il 16 maggio o la stagione verrà annullata, ha risposto la Lega. E arrivederci al prossimo anno.

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