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Juventus-Atalanta? Tutto corretto, tranne il regolamento

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Claudio Savelli
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Il risultato poteva essere storico, non esistesse l'eccesso di rigore. L'Atalanta aveva dominato per 45' allo Stadium come poche altre squadre erano riuscite a fare, dimostrandosi superiore sotto tutti i punti di vista: tattico, tecnico e mentale. Si poteva scommettere sul primo aspetto, non di certo sugli altri due. Non sulla carta. Ma poi c'è il campo, si gioca e l'Atalanta ancora una volta dimostra che può farlo contro tutti quando tiene alta l'intensità mentale e fisica (Psg avvisato), e che tutti potrebbero farlo se fossero organizzati e convinti della propria identità. A metà primo tempo, dopo essere passata in vantaggio, contava più del 70% di possesso palla: non è un dato rilevante in assoluto, ma aiuta a quantificare la larghezza del suo dominio. E il gol di Zapata è arrivato dopo oltre 8 minuti consecutivi in cui la Juve non è riuscita a superare la metà campo con il pallone. Di fatto, è riuscita ad annullare la Juve, a tenerla fuori dalla partita. Era capitato solo con squadre del calibro di Bayern, Real Madrid e Tottenham in Champions, quindi questa Dea, ora, è vicino a quel livello. I gol subiti sono dettagli (per quanto pesanti), due braccia aperte, due rigori corretti in un regolamento scorretto. La novità per la Juve è che reagisce d'impeto, di rabbia, sporcandosi le mani. Si è sentita offesa dal dominio altrui, ma non ha cercato di riconquistarlo. Si è adeguata alla partita di lotta. È un grande passo avanti. Entrambe le squadre hanno faticato per un tempo a testa ma sono rimaste in partita, quindi sono entrambe grandi. I nove punti di differenza sono altrove, appartengono all'inizio di stagione quando la Dea era in difficoltà. Ma la Juve ha saputo difenderli e ora possono valere lo scudetto.

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