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Serie A, stadi chiusi e rischio fallimento. Si cerca di trattare col governo per posticipare imposte e contributi

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Stadi chiusi e casse vuote rischiano di mandare la Serie A in fallimento. La crisi da Covid-19 non risparmia il calcio e tutti gli addetti ai lavori del settore. “Venendo meno i ricavi da stadio e con una contrazione delle entrate da sponsor, per pagare gli stipendi le società spendono cifre intorno al 65 per cento dei fatturati. In ogni azienda, questi dati porterebbero al default”, ha spiegato Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter. Ecco perché la Lega serie A sta preparando un documento da inviare al governo con la quantificazione dei danni provocati dalla pandemia. Come riporta Il Corriere, nel frattempo è partito il pressing su un doppio binario: da una parte la richiesta alla Figc di rinviare di due mesi il pagamento delle ultime mensilità del 2020, fissato per il 16 febbraio, ma la cosa crea qualche imbarazzo perché il 22 ci sono le elezioni federali. Dall’altra, l’obiettivo è aprire una trattativa con il governo. In particolare, si vorrebbe chiedere di rimandare ulteriormente il versamento di una parte del lordo, imposte e contributi previdenziali, che rappresentano il 50% dell’ingaggio. Ogni anno, infatti, i club versano 1,2 miliardi di euro allo Stato. Tuttavia spesso il dialogo con l’esecutivo è inesistente e – come fa sapere il Corriere – dalla Lega A trapela irritazione per le mancate risposte ai dossier inviati in precedenza: dai ristori al piano per riportare una piccola parte di pubblico negli stadi.

 

 

 

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