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Nations League, Italia contro Belgio: non sarà "inutile", perché può nascere la nuova Nazionale per il Mondiale

Claudio Savelli
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Secondo Roberto Mancini, «la partita con il Belgio in Nations League è fondamentale per rimanere nelle prime sette del ranking in vista dei sorteggi dei Mondiali», eppure l'Italia non potrà presentarsi nella sua miglior veste. La squalifica di Bonucci, l'assenza degli attaccanti Immobile e Belotti e l'opaca prestazione di alcuni titolari contro la Spagna (Di Lorenzo, Barella e Verratti su tutti) obbligano il ct a sfoderare qualche riserva, che poi tanto riserva (nel club) non è. Raspadori, Pellegrini e Calabria saranno infatti i nuovi titolari nella finalina con il Belgio (domani alle 15 all'Allianz Stadium di Torino, diretta Rai Uno), uno per reparto, e in caso di buone prestazioni non è detto che non lo diventino in vista del Mondiale 2022 (ammesso di qualificarsi), al quale manca poco più di un anno (novembre 2022). L'attaccante del Sassuolo, il centrocampista della Roma e il terzino del Milan sono i tre uomini del futuro perché corrispondono ai più evidenti potenziali ancora inespressi di questa Nazionale. L'Italia ne ha fatto a meno finora ma, avendo vinto, è ormai studiata e compresa dagli avversari. Non è più una sorpresa, è una certezza e in quanto tale ha bisogno di abbinare fin da ora la freschezza di alcuni elementi alla continuità dei campioni.

MATURO A 21 ANNI - Il primo volto (semi)nuovo è Raspadori, prototipo dell'attaccante che Mancini desidera e non trova negli Immobile e nei Belotti (e nemmeno nei Balotelli, per cui il ct al Festival dello Sport lascia cortesemente «una porta sempre aperta») e nemmeno nei falsi nove come Bernardeschi e Insigne. Per questo è stato portato all'Europeo ancor prima che i numeri con il Sassuolo (6 reti in 27 presenze lo scorso anno) giustificassero la convocazione: ma a 21 anni, un calciatore può già dimostrarsi maturo. Delle 5 presenze in azzurro, Raspadori ne ha collezionata solo una da titolare con la morbida Lituania, dove si è messo in mostra con un gol e un assist, per il resto ha assemblato solo 42': è giunta quindi l'ora della prima assunzione di responsabilità e il Belgio, avversario di livello, è un banco di prova attendibile. Della stessa età (21 anni) è Lorenzo Lucca, attaccante del momento, trascinatore del Pisa in B con 6 reti e un assist in 7 partite: Mancini lo ha elogiato pubblicamente e lo convocherà a novembre, Nicolato lo ha preferito a Piccoli (dell'Atalanta) al centro dell'attacco dell'Under 21 contro la Bosnia: non ha segnato ma si è mosso bene nel 4-3-3. L'esigenza davanti è nota, quella a centrocampo, il miglior reparto azzurro, è invece una novità. Il bello è che le alternative in questo caso sono già pronte, su tutte Lorenzo Pellegrini: ostacolato dagli intoccabili Verratti e Barella e dall'assenza nello schema di Mancini di un trequartista, posizione in cui si sta compiendo con Mourinho come dimostrano i 7 gol e i 2 assist in 10 partite, il capitano della Roma è pronto per il salto anche in Nazionale. Vuole più delle 27 presenze, di cui solo 11 da titolare, e le 3 reti finora segnate in azzurro, e può offrirlo all'Italia. Mancini è chiamato ad un atto coraggioso, ovvero azzardare avvicendamenti con gli intoccabili, azzerando la riconoscenza nei trionfatori all'Europeo. Vale anche per Calabria, che finora nella Nazionale maggiore ha giocato solo 72': pochi per il titolare della fascia del Milan, la seconda forza dell'ultima serie A. Viste le difficoltà di Di Lorenzo con la Spagna e l'inaffidabile tenuta fisica di Florenzi (per paradosso, sua riserva in rossonero), la fiducia a Calabria è obbligatoria ed è giusto che il test (il Belgio dovrebbe schierare Carrasco di fronte a lui) sia impegnativo: si può così convincersi che vale la pena puntare su di lui non solo in vista del Mondiale 2022, ma anche a stretto giro nelle partite decisive per arrivarci, al Mondiale, quelle di novembre contro la Svizzera e l'Irlanda del Nord.

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