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Alain Prost, cannonate contro l'Alpine: "Per me un anno inquietante", salta in aria il team?

Lorenzo Pastuglia
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Dopo l’addio all’Alpine da consulente, al termine di sette lunghe stagioni, Alain Prost si è sfogato contro il suo vecchio Ceo, Laurent Rossi. E il Professore lo fa direttamente all’Equipe, dove ha ammesso di essersi sentito solo lo scorso anno, e di aver rifiutato il prolungamento di contratto valido per tutto il 2022, dopo la proposta ufficiale arrivata per mano dello stesso Rossi nell’ultimo GP di Abu Dhabi. Il quattro volte iridato non è stato dunque allontanato nell’ambito della ristrutturazione in Alpine voluta dall’a.d., nella quale è stato escluso Marcin Budkowski, non più direttore esecutivo di Enstone.

 

Prost: “2021 anno inquietante”
"Il 2021 è stato un anno inquietante per me – ha esordito Prost a L’Equipe –, perché sentivo come se chi era qui da molto tempo doveva andarsene. Accetto il cambiamento, ma lo si poteva fare in modo diverso e non come accaduto". Prost ha proseguito affermando di non essere "più coinvolto nel processo decisionale. A volte non ero completamente d’accordo su una decisione e dovevo insistere per fare arrivare la mia parola. Anche come membro del consiglio, ho saputo di alcune decisioni all'ultimo minuto. Almeno dovrei essere informato con tempo, si chiama rispetto. Le relazioni (con Rossi, ndr) sono diventate sempre più complicate, e spesso provavo molta gelosia”.

 

A un passo dalla candidatura in Fia
Rossi "vuole stare da solo — ha detto Prost — non essere infastidito da nessuno, né ricevere consigli, vuole tutti i riflettori per sé". "In Qatar mi ha detto lui stesso che non aveva più bisogno di un consulente, poi mi ha offerto comunque un contratto, che ho rifiutato. Devo comunque dire che ho creduto e continuo a credere in questo progetto ambizioso, che ha incredibilmente stimolato la motivazione della squadra. Ma oggi è come se ci fosse una spinta per mettere da parte molte persone". Pochi mesi fa è stato peraltro vicino alla candidatura in Fia nel ruolo di presidente: “Mi sarebbe piaciuto, ma era troppo tardi — ha concluso al quotidiano transalpino — Sono stato in F1 per quasi 40 anni ricoprendo tutte le figure possibili, da pilota a team manager, passando per i consigli di amministrazione di McLaren e Renault”. Alla fine, lo sceicco Mohammed Bin Sulayem ha preso il posto di Jean Todt.

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