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Curling, il microchip nello scopettone e le ferite in allenamento: tutto quello che non sapete

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Il curling, uno sport curioso quanto complicato. Per giocare serve uno sweep ergometer, che per noi significa scopoergometro. Ovvero lo scopettone con nella spazzola altri elementi: un accelerometro a tre assi, due estensimetri, un microchip per trasmettere dati via radio a un computer. Quello che ha permesso ai nostri Mosaner e Constantini di vincere l’oro olimpico nel misto agli attuali Giochi di Pechino martedì 8 febbraio. Proprio il microchip è lo strumento spiegato dal Corriere della Sera oggi sul giornale: brevettato da due ricercatori inglesi (Buckingham e Blackford), ha permesso per la prima volta un approccio scientifico al curling, migliorando la preparazione. Serve a capire se l’allenamento della forza sta funzionando o a realizzare (quando la frequenza di spazzolata è più bassa del solito) se invece l’atleta ha bisogno di riposo. 

 

Come funziona il lancio della pietra 
Per lanciare la pietra da 16 kg a due metri al secondo, servono due tipi diversi di forza (di rotazione e di traslazione), piegando in apnea il corpo sul pavimento (servono cosce d’acciaio ed equilibrio da trapezista) e poi rialzando in un attimo i battiti del cuore ad almeno 170 al minuto, in spazzata. Riscaldare il ghiaccio più che a pulire per terra assomiglia a piazzare una stoccata nel fioretto: ogni colpo aumenta la temperatura di 0,2 gradi e va assestato così vicino alla pietra (5 centimetri) da non permettere che la superficie si scaldi subito di nuovo ma abbastanza lontano da non bloccarla, evitando penalità.

 


 
La durata di un match di curling, il rischio di farsi male
Poi c’è la durata: una partita di curling dura più a lungo di quelle di tutti gli altri sport (due ore e mezza) e un torneo olimpico arriva a 35 ore. E se non recuperi, perdi lucidità sia nell’analisi tattica sia quando dai spin alla pietra. Amos Mosaner scarica 150 Newton sul manico della spazzola, il doppio di Stefania Constantini, ma mentre lui, maschio, perde progressivamente forza durante il match, lei è capace di mantenere la stessa intensità fino alla fine. E, nell’arco di un secondo, sa smerigliare il ghiaccio a velocità maggiore di quella degli uomini (10 colpi al secondo), supplendo alla potenza con la frequenza. E per giocare a curling si può provare delle ferite, dato che in allenamento si cade spesso, con conseguenti dolori a tendini, schiena, caviglie e gomiti si usurano presto.

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