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Pechino 2022, la russa Kamila Valieva dopata a 15 anni? Un tragico sospetto: "Chi è la sua allenatrice"

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La 15enne campionessa russa del pattinaggio artistico su ghiaccio, Kamila Valieva, ha assunto un farmaco che cura l’angina, pur non avendo l'angina a quell'età. E' risultata poi positiva al doping. Le polemiche si sono sprecate: perché curarsi con un  farmaco che non le serve. Perché la trimetazidina, principio attivo del Vastarel a cui Kamila Valieva è stata trovata positiva, è considerata doping pesante dall’agenzia Mondiale antidoping. "Ancora doping di Stato?", chiede Dagospia: "Fari accesi su Eteri Tutberidze, allenatrice della Valieva ed eminenza grigia di atlete che vincono da giovanissime ma poi spariscono...". Una pista di sospetti che conduce,  dunque, dritta dritta fino al Cremlino e che ricollega le ambizioni di egemonia politico-sportiva del presidente Vladimir Putin ai vecchi burocrati del Pcus d'epoca sovietica.

 

Il Vastarel "interviene nel metabolismo energetico della cellula esposta all’ipossia o all’ischemia ed evita la caduta dei tassi intracellulari", c'è scritto nel bugiardino del farmaco che si vende solo dietro presentazione di ricetta medica. "A un soggetto malato impedisce pericolose riduzioni di flusso del sangue verso il cuore, in uno sano lo migliora tout court: più sangue al cuore durante uno sforzo violento (il gesto del pattinatore lo è) significa più resistenza, reattività e lucidità durante salti e piroette", rivela il Corriere della Sera.

 

 

 

"Conservando il metabolismo energetico in cellule esposte all’ipossia o all’ischemia  la trimetazidina previene una diminuzione dei livelli intracellulari di ATP, garantendo in tal modo il corretto funzionamento delle pompe ioniche e del flusso di sodio-potassio transmembrana mantenendo l’omeostasi cellulare". Il dubbio sulla Valieva, quindi, è che quel quadruplo salto che esegue sul ghiaccio sia aiutato da un farmaco dopante è perfettamente legittimo.

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