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Nicolas Schiappacasse in carcere e col Covid. Sassuolo choc: "Nicolas è molto depresso, sta male"

Lorenzo Pastuglia
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I giorni difficili di Nicolas Schiappacasse. Dalla vita da calciatore col Sassuolo, al prestito con diritto di riscatto al Peñarol, fino all’arresto dello scorso 26 gennaio per possesso di arma da fuoco e di pasticche di stupefacenti a Maldonado, mentre stava recandosi allo stadio per assistere alla gara tra la sua squadra e il Nacional. Il 23enne uruguaiano — inserito nel 2016 nella lista dei migliori 60 calciatori nati nel 1999 del britannico The Guardian — sta vivendo un momento molto complicato nel carcere dove è detenuto, dove sta scontando una pena preventiva di 90 giorni. Il suo avvocato, Karen Pintos, ha però lanciato nelle ultime ore l’allarme: “Nicolas è molto depresso, sta male. Non appena riusciremo ad avere un contatto fisico con lui, gli daremo supporto insieme agli operatori sanitari”.

 

 

 

E ancora Pintos: “Il mio assistito è stato privato della sua libertà. Ha trascorso una settimana al centro di ammissione e solo gli avvocati possono vederlo. Non può ricevere visite da parenti o amici. Successivamente lo hanno trasferito nel carcere e sta scontando una pena preventiva di 90 giorni (fino al 26 aprile, ndr). Come se non bastasse è risultato positivo al Covid". Per poi aggiungere: "Schiappacasse è molto depresso. Quando uscirà dal protocollo Covid e potremo vederlo, chiederemo assistenza medica per questo problema".

 

 

Il giocatore ora si trova in isolamento e non può avere contati con l’esterno, a causa del focolaio Covid nel carcere che ha contagiato anche lui. Ed è molto difficile capire come proseguirà la vicenda giudiziaria: "Non sappiamo ancora che strada prendere — ha concluso Pintos — Se accettare di essere processati o provare a trovare un accordo. Molte delle informazioni che sono uscite sui media non sono vere e non ci sono filmati o audio sul momento dell'arresto".

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