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Stefano Pioli e Simone Inzaghi da "sola andata": crolla la media punti, il motivo dietro il mancato scudetto

Claudio Savelli
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Se nessuno dei primi tre allenatori in classifica ha mai vinto uno scudetto, un motivo ci sarà. E infatti c'è. È l'incapacità di essere all'altezza delle aspettative create nella prima parte di stagione, certificata dalla media punti: Simone Inzaghi, Stefano Pioli e Luciano Spalletti sono sempre andati peggio nel girone di ritorno rispetto a quello di andata. Molto peggio. Si propongono come allenatori da titolo e poi non si dimostrano tali. Quando il gioco si fa duro, le loro squadre si rammolliscono. Così la rincorsa al titolo sta diventando una corsa del gambero. La flessione dell'Inter di Inzaghi è la più netta in relazione all'ascesa del girone d'andata: da 2,43 punti a partita è crollato a 1,28. Una piega vista e rivista nella sua carriera: con la Lazio, mister Simone non è mai andato oltre 1,84 nella seconda parte di campionato mentre per tre volte nelle ultime sei stagioni ha viaggiato oltre quota 2 nella prima metà (2,11 nel 2017/18; 2,26 nel 2019/20; 2,43 quest' anno). La causa non è una difficoltà atletica dei giocatori ma una certa insistenza sui titolari, di certo dovuta ad alternative non all'altezza, che porta ad un calo di energie nervose. Non solo: l'identità di gioco limpida all'andata è un pregio mentre al ritorno diventa, per paradosso, un difetto. Perché più è chiara, più è facile da studiare e contenere. Servono i singoli, ma al momento nessun interista brilla di luce propria.

 


SUBENTRI O ESONERI
Lo storico di Pioli è più altalenante, forse perché viziato da parecchie stagioni incomplete dove è subentrato o è stato esonerato. Fa giurisprudenza l'esperienza con l'Inter, la rivale attuale: annata 2016/17 ridotta da novembre (ingaggio) a maggio (esonero), chiusa con un 2,29 all'andata e un 1,43 al ritorno. Le eccezioni del primo Milan (andata 1,33 - ritorno 2,15) e della prima Lazio (andata 1,63 - ritorno 2) confermano la regola delle ultime due stagioni: dai 2,21 punti a 1,87 quest' anno, da 2,26 a 1,64 lo scorso, quando l'Inter di Conte, parallelamente, prese il volo. L'andazzo è simile a quello del collega Inzaghi ma sono diverse le cause. Le squadre di Pioli, per via dello stile di gioco verticale e diretto, trovano successo quando sono fresche dal punto di vista atletico e mentale, dunque nella prima parte di stagione in cui i muscoli sono "nuovi" e lo scudetto non è un peso ma un sogno.

 

 

La domanda, ora, è se tra i due litiganti milanesi - che si sfideranno martedì nel derby di Coppa Italia, semifinale di andata - godrà Spalletti. Il quale, prima della sfida alla Lazio (20.50, diretta Dazn), intuisce l'occasione per fare il colpaccio. All'Inter non ci riuscì per il calo al ritorno (nel 2018/19 passò da 1,89 punti a 1,74, l'anno precedente da 2,16 a 1,63), alla Roma non vinse nonostante una seconda metà da 2,42 punti contro i 2,16 dell'andata. Per farcela, vista l'inchiodata di Milan e Inter, potrebbe bastare un leggero rialzo della media di questo girone - pari a 1,87 - al 2,05 dell'andata. In tal caso, sarebbe scudetto al ribasso, ma pur sempre scudetto. 

 

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